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7 aprile 2022

"Poi tornerò qui. Da lui." di Milena Maggio


“Saluta sempre. Buongiorno e buonasera sono importanti”
“Sì nonno, lo faccio. Saluto sempre.”
“E ti ricordi di ringraziare con un biglietto dopo un invito a cena?”
“Me lo ricordo, ma adesso i biglietti non si usano più nonno. Invio un messaggio con il telefonino.”
Allora lui guarda un punto lontano e se seguo il suo sguardo arrivo alla vela di una barca che scivola tranquilla sull’acqua.
“Si regalano ancora i fiori alle donne?” mi chiede.
“Qualcuno lo fa. Non molti però” rispondo.
“Quand’è l’ultima volta che ne hai ricevuti?”
“Non me lo ricordo nonno” dico alzando le spalle “Ma non importa” concludo.
“Importa e come. I gesti gentili sono importanti. Tua nonna mi metteva fiori secchi di lavanda tra i fazzoletti nel cassetto. Così pensavo a lei pure quando ero raffreddato. È la gentilezza che fa l’amore. Se con gli altri sei educato, devi esserlo ancora di più con chi ami”
Gli poggio la mano sul braccio e lui gira il volto verso di me. Ha gli occhi lucidi. Forse è un po’ confuso. Non lo capisce questo nuovo mondo e io non ho voglia di mentirgli.
Però mi porto la sua mano sul viso e resto contenta e grata di quella carezza.
Poi gli dico “Nonno. Io sono una persona educata e gentile ed è soprattutto per merito tuo”
Mi fa cenno di sì con la testa e poi mi indica il vulcano oltre il golfo “Quello lo chiamate ancora Vesuvio, vero?”
E giù a ridere insieme.
Un minuto ancora abbiamo “Nonno, lo sai che quando verrò tu devi essere qui ad accogliermi!”
“Picciré, io non mi muovo da qua. Fai quello che devi fare e poi vieni”
Sento il profumo del gelsomino e della sfogliatella calda, la sua mano è sulla mia. Chiudo gli occhi e vado a fare quello che devo ancora fare in questa vita.
Con gentilezza e amore.
Poi tornerò qui. 
Da lui.


5 aprile 2022

Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa...."


Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa. Siamo noi. Su di esso, tutti quelli che amate, tutti quelli di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la propria vita.

L'insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di presuntuose religioni, ideologie e dottrine economiche, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e suddito, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni "superstar", ogni "comandante supremo", ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì su un granello di polvere sospeso dentro ad un raggio di sole.

La Terra è un piccolissimo palco in una vasta arena cosmica. Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché, nella gloria ed il trionfo, potessero diventare i signori momentanei di una frazione di un punto. Pensate alle crudeltà senza fine impartite dagli abitanti di un angolo di questo pixel agli abitanti scarsamente distinguibili di qualche altro angolo, quanto frequenti i loro malintesi, quanto smaniosi di uccidersi a vicenda, quanto ferventi i loro odii.

Le nostre ostentazioni, la nostra immaginaria autostima, l'illusione che abbiamo una qualche posizione privilegiata nell'Universo, sono messe in discussione da questo punto di luce pallida. Il nostro pianeta è un granellino solitario nel grande, avvolgente buio cosmico. Nella nostra oscurità, in tutta questa vastità, non c'è nessuna indicazione che possa giungere aiuto da qualche altra parte per salvarci da noi stessi.

La Terra è l'unico mondo conosciuto che possa ospitare la vita. Non c'è nessun altro posto, per lo meno nel futuro prossimo, dove la nostra specie possa migrare. Visitare, sì. Abitare, non ancora. Che vi piaccia o meno, per il momento la Terra è dove ci giochiamo le nostre carte. È stato detto che l'astronomia è un'esperienza di umiltà e che forma il carattere. Non c'è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo. Per me, sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l'uno dell'altro, e di preservare e proteggere il pallido punto blu, l'unica casa che abbiamo mai conosciuto.

Carl Sagan  -  Pale Blue Dot -



4 aprile 2022

"In certe donne..." di Alphonse Karr


In certe donne che non sono né belle né piacevoli quanto altre, c’è un fascino invincibile che attrae gli uomini e stupisce e fa sdegnare le altre donne le quali non possono rendersene conto, perché esso agisce soltanto sugli uomini.
La ragione è che una certa donna è più donna di un’altra come fra due bottiglie di vino delle stesse dimensioni una contiene più aroma ed essenza di vino di un’altra, così in una donna c’è molta più femminilità che in un’altra.



31 marzo 2022

Tāj Mahal


Il Tāj Mahal è un mausoleo nella città di Agra, in India, considerato uno delle più notevoli bellezze dell'architettura.
Appartenente alle Sette Meraviglie del Mondo Moderno, il Tāj Mahal è inserito nel Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, nel 1983. 

Oltre la bellezza e l'imponenza, è la storia che lo accompagna ad affascinare; il lato romantico di chi e perché volle tanta maestosità. 


Fu costruito in ricordo di una donna, a testimonianza di un grande amore da Shāh Jahān, imperatore in India dal 1628 al 1658, appartenente alla stirpe islamica dei Moghul. 

Amava una vita di piaceri e agi e molte furono le spedizioni per il desiderio di conquista e altrettanti furono gli edifici imponenti e sfarzosi, dai costi incalcolabili, lasciati a testimonianza della sua ricchezza.

La costruzione del Tāj Mahal, letteralmente “Palazzo della Corona”, e capolavoro senza eguali, ebbe inizio nel 1632, come mausoleo in memoria della moglie Mumtāz Maḥal (nata Arjumand Bānū Bēgum), in seguito alla sua morte dopo aver dato alla luce una bambina, mentre seguiva il marito in una campagna militare nel sud dell’India. 


Mumtāz Maḥal, "Gioiello del Palazzo", in persiano, fu la favorita nella corte, tra diverse mogli, concubine e danzatrici.

I lavori per il  Tāj Mahal continuarono senza interruzione per circa ventidue anni e richiesero oltre 20.000 
lavoratori provenienti dall’India, dalla Persia, dall’Europa e dall’Impero ottomano, insieme a oltre 1.000 elefanti. In base alle ipotesi più accreditate, il Taj Mahal fu ideato e progettato da Ustad Ahmad Lahori, architetto persiano, ingaggiato dall’imperatore Shah Jahan per la progettazione di altri importanti costruzioni.

Sorge all’interno di un grande giardino a pianta quadrata, forma preferita dall’architettura islamica e simbolo della perfezione divina, con il quale venne concepito e poi realizzato ogni elemento architettonico; spiccano, infatti,  l’estrema simmetria ed il rigore geometrico.

La commissione di diverse maestranze ed artisti persiani, indiani e pakistani ha fatto in modo che lo stile indiano e persiano (rispettivamente le nazionalità dell’Imperatore e di sua moglie) si fondessero in uno stile davvero singolare.

I candidi toni dei marmi utilizzati ricordano il colore bianco, legato al lutto e, grazie alle inclusioni scintillanti della pietra, l’intero edificio cambia cromia nelle diverse ore del giorno, passando dal beige al rosa. E poi il tufo rosso,  pietre rare quali la giada e il cristallo ma anche il turchese, i lapislazzuli, il crisolito nonché le conchiglie, il corallo e la madreperla.


All’interno del  Tāj Mahal si può vedere il cenotafio di Mumtāz Maḥal, al centro esatto della struttura ma la vera tomba (dove dopo venne deposto anche l’imperatore) si trova in una cripta nella parte sottostante non visitabile dal pubblico. 


Quando la tomba venne terminata l’imperatore adagiò sul feretro della moglie i diamanti più preziosi del suo tesoro e fece stendere sul sarcofago un mantello di perle. Il sepolcro fu poi circondato da una balaustra d’oro e i pavimenti dell’intera stanza furono ricoperti da pregiatissimi tappeti di fattura persiana e moghul. Centinaia di candelabri d’argento e altrettante lampade d’oro furono appesi alle pareti e la porta d’ingresso fu arricchita di un cancello d’argento massiccio.

I mosaici di pietre preziose che ricoprono i due sepolcri sono considerati tra i più belli del mondo e la vivacità dei colori degli stessi contrasta con la sobrietà dei disegni calligrafici delle pareti superiori.


Di tutti questi tesori, depredati durante le razzie che accompagnarono la fine dell’era moghul, rimane, purtroppo, molto poco. 

Inoltre, da diversi anni sono necessari continui restauri e pulizia poiché, per l'effetto dell'inquinamento a causa delle polveri sottili, il marmo sta ingiallendo.




29 marzo 2022

"Tra le tue braccia" di Alda Merini


C’è un posto nel mondo
dove il cuore batte forte,
dove rimani senza fiato,
per quanta emozione provi,
dove il tempo si ferma
e non hai più l’età;
quel posto è tra le tue braccia
in cui non invecchia il cuore,
mentre la mente 
non smette mai di sognare…
Da lì fuggir non potrò
poiché la fantasia d’incanto
risente il nostro calore e no…
non permetterò mai
ch’io possa rinunciar a chi
d’amor mi sa far volar.



25 marzo 2022

L' Ave Maria


Il testo originale latino è il seguente:


Ave Maria, gratia plena,
Dominus tecum,
benedicta tu in mulieribus,
et benedictus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta Maria, mater Dei,
ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae.
Amen.


IngleseAve Maria:
Hail Mary, full of grace,
the Lord is with thee.
Blessed art thou among women,
and blessed is the fruit of thy womb, Jesus.
Holy Mary, Mother of God,
pray for us sinners,
now and at the hour of our death.


FranceseAve Maria:
Je vous salue, Marie pleine de grâces,
le Seigneur est avec vous.
Vous êtes bénie entre toutes les femmes
et Jésus, le fruit de vos entrailles, est béni.
Sainte Marie, Mère de Dieu,
priez pour nous pauvres pécheurs,
maintenant et à l'heure de notre mort. Amen.


SpagnoloAve Maria:
Dios te salve, María, llena eres de gracia,
el Señor es contigo.
Bendita tú eres entre todas las mujeres,
y bendito es el fruto de tu vientre, Jesús.
Santa María, Madre de Dios,
ruega por nosotros pecadores,
ahora y en la hora de nuestra muerte. Amén.


Tedesco – Ave Maria:
Gegrüßet seist du, Maria, voll der Gnade,
der Herr ist mit dir.
Du bist gebenedeit unter den Frauen,
und gebenedeit ist die Frucht deines Leibes, Jesus.
Heilige Maria, Mutter Gottes,
bitte für uns Sünder
jetzt und in der Stunde unseres Todes. Amen.




21 marzo 2022

"Teste fiorite" di Gianni Rodari


Se invece dei capelli sulla testa
ci spuntassero i fiori, sai che festa?
Si potrebbe capire a prima vista
chi ha il cuore buono, 
chi la mente trista.
Il tale ha in fronte
 un bel ciuffo di rose:
non può certo pensare 
a brutte cose.
Quest’altro, poveraccio, 
è d’umor nero:
gli crescono le viole del pensiero.
E quello con le ortiche spettinate?
Deve avere le idee disordinate,
e invano ogni mattina
spreca un vasetto o due di brillantina.



19 marzo 2022

I papà...


Ci sono uomini con figli che "faccio tardi che ho calcetto" e ci sono papà che "spero di tornare presto".

Ci sono uomini con figli che "stasera c’è la partita in TV" e ci sono papà che "chi vuole vedere un cartone con me?".

Ci sono uomini con figli che "finalmente il weekend e posso riposarmi" e ci sono papà che "finalmente il weekend e possiamo stare insieme". 

Ci sono uomini con figli che basta un cognome per sentirsi padri, e poi ci sono i papà che si prendono cura dei propri figli anche se hanno un cognome diverso.

Ci sono uomini con figli che "e ma io porto i soldi a casa" e poi ci sono i papà che tutte le mattine prima di andare a lavoro è una pugnalata al cuore.

Il mondo si divide tra quegli uomini che si limitano a mettere due spermatozoi e i papà che scelgono di far parte della vita dei propri figli.


dal web 



17 marzo 2022

Tutto ti appartiene


Perché amore mio
hai preso tutto di me.
Non mi rimane nulla
tutto ti appartiene.
Amore
e ancora amore.
E volo leggera
ma in balia di te.
Legata a un filo
che mai
dovrai spezzare.
Se accadesse
sarebbe tuo
anche l’ultimo respiro.

🔗




14 marzo 2022

"Donne al quadrato" di Antonia Storace


Ci sono le donne….
e poi ci sono le donne donne.
E quelle non devi provare a capirle,
sarebbe una battaglia persa in partenza.
Le devi prendere e basta.
Devi prenderle e baciarle,
e non dare loro il tempo di pensare.
Devi spezzare via,
con un abbraccio che toglie il fiato,
quelle paure che ti sapranno confidare
una volta soltanto,
a bassa bassissima voce.
Perché si vergognano delle proprie debolezze 
e, dopo avertele raccontate, si tormenteranno
in un agonia lenta e silenziosa
al pensiero che scoprendo il fianco 
e mostrandosi umane e facili e bisognose 
per un piccolo fottutissimo attimo,
vedranno le tue spalle voltarsi ed i tuoi passi allontanarsi.
Perciò prendile e amale.
Amale vestite, e senza trucco
che a spogliarsi sono brave tutte.
Amale indifese e senza trucco,
perché non sai quanto gli occhi
di una donna possono trovare scudo
dietro un velo di mascara.
Amale addormentate, un po’ ammaccate
quando il sonno le stropiccia.
Amale sapendo che non ne hanno bisogno,
sanno bastare a se stesse.
Ma appunto per questo,
sapranno amare te come
nessuna prima di loro.



11 marzo 2022

San Michele Arcangelo

San Michele Arcangelo 
di Guido Reni

Olio su seta
1635 -1636
Chiesa di Santa Maria Immacolata 
(o Chiesa di Santa Maria
della Concezione 
dei Cappuccini)
Via Vittorio Veneto
Roma



Preghiera a San Michele Arcangelo

Nel nome del Padre,
del Figlio e dello Spirito Santo.

San Michele Arcangelo,
difendici nella battaglia;
contro le insidie e la malvagità 
del demonio sii nostro aiuto.
Te lo chiediamo supplici
che Dio lo comandi;
e tu, o Principe della milizia celeste,
con la potenza che ti viene da Dio
ricaccia nell'inferno satana
e tutti gli altri spiriti maligni,
che si aggirano per il mondo
cercando la perdizione delle anime.

Amen

La amo molto questa preghiera.
Preghiera che ha un suo perché ma non capisco perché ne abbiano soppresso la recita dopo ogni messa.

Nasce così il suo perché:

Papa Leone XIII, il 13 ottobre 1884, ebbe una visione dove il maligno minacciava la Chiesa (... e forse il mondo intero!)
Il papa restandone molto turbato compose la preghiera (in forma estesa), raccomandando che fosse recitata al termine di ogni messa, oltre che inserirla nella raccolta degli esorcismi.

Già dal 1859 erano in uso, in quello che fu lo Stato Pontificio, le preghiere istituite da papa Pio IX, da recitare dopo la Messa, incluse tre Ave Maria e il Salve Regina.
Dal gennaio 1884, papa Leone XIII ordinò la recita in tutto il mondo di queste preghiere, note come "Preci leonine" .
Le Preci comprendono tre Ave Maria, un Salve Regina seguito da un versetto e un responsorio, e una colletta che, dal 1886, viene chiesta la conversione dei peccatori e “la libertà e l’esaltazione della Santa Madre Chiesa” e, dal 1886 in poi, venne inserita anche la Preghiera a San Michele.
Nel 1904, papa Pio X aggiunse tre "Cuore santissimo di Gesù. Abbi pietà di noi", da recitare facoltativamente.

Vennero recitate fino al 1964, quando, con la riforma liturgica nata in seno al Concilio Vaticano II, le preghiere leoniane vennero soppresse.

Alcuni vescovi, cardinali ed associazioni cattoliche nel mondo avevano chiesto ai papi Giovanni Paolo II e a Benedetto XVI la reintroduzione della preghiera a San Michele alla fine di ogni messa, concordi che l'abolizione di essa fosse stata cosa non opportuna, riconoscendone il valore spirituale per allontanare le opere del maligno dalla Chiesa e dall'umanità intera.

Successivamente, nell'ottobre 2018, papa Francesco chiese ai fedeli di tutto il mondo di recitare quotidianamente il Santo Rosario alla Beata Vergine Maria, unitamente al digiuno e alla penitenza  per la protezione della Chiesa da Satana, il "Grande Accusatore", concludendolo con l'antica preghiera "Sub Tuum Praesidium" dedicata alla Vergine e con la preghiera a San Michele Arcangelo.

Non la reintroduzione in forma ufficiale, quindi,  ma solo facoltativa. 
Perché mai, non in forma ufficiale?




9 marzo 2022

In cielo... le nuvole


Foto di qualche anno fa
che voglio condividere...

 Ascoli Piceno
11 agosto 2017
Ore 20.30