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5 gennaio 2022

La "vera" storia della Befana di don Giampaolo Perugini


In un villaggio, non molto distante da Betlemme, viveva una giovane donna che si chiamava Befana. Non era brutta, anzi, era molto bella e aveva parecchi pretendenti... però aveva un pessimo caratteraccio. Era sempre pronta a criticare e a parlare male del prossimo. Cosicché non si era mai sposata, o perché non le andava bene l’uomo che di volta in volta le chiedeva di diventare sua moglie, o perché l’innamorato, dopo averla conosciuta meglio, si ritirava immediatamente.

Era, infatti, molto egoista e fin da piccola non aveva mai aiutato nessuno. Era, inoltre, come ossessionata dalla pulizia. Aveva sempre in mano la scopa, e la usava così rapidamente che sembrava ci volasse sopra. La sua solitudine, man mano che passavano gli anni, la rendeva sempre più acida e cattiva, tanto che in paese avevano cominciato a soprannominarla "la strega". Lei si arrabbiava moltissimo e diceva un sacco di parolacce. Nessuno in paese ricordava di averla mai vista sorridere.

Quando non puliva la casa con la sua scopa di paglia, si sedeva e faceva la calza. Ne faceva a centinaia. Non per qualcuno, naturalmente! Le faceva per se stessa, per calmare i nervi e passare un po’ di tempo visto che nessuno del villaggio veniva mai a trovarla, né lei sarebbe mai andata a trovare nessuno. Era troppo orgogliosa per ammettere di avere bisogno di un po’ di amore ed era troppo egoista per donare un po’ del suo amore a qualcuno. E poi non si fidava di nessuno. Così passarono gli anni e la nostra Befana, a forza di essere cattiva, divenne anche brutta e sempre più odiata da tutti. Più lei si sentiva odiata da tutti, più diventava cattiva e brutta.

Aveva da poco compiuto settant’anni, quando una carovana giunse nel paese dove abitava. C’erano tanti cammelli e tante persone, più persone di quante ce ne fossero nell’intero villaggio. Curiosa com’era vide subito che c’erano tre uomini vestiti sontuosamente e, origliando, seppe che erano dei re. Re Magi, li chiamavano. Venivano dal lontano oriente, e si erano accampati nel villaggio per far riposare i cammelli e passare la notte prima di riprendere il viaggio verso Betlemme. Era la sera prima del 6 gennaio. Borbottando e brontolando come al solito sulla stupidità della gente che viaggia in mezzo al deserto e disturba invece di starsene a casa sua, si era messa a fare la calza quando sentì bussare alla porta. Lo stomaco si strinse e un brivido le corse lungo la schiena. Chi poteva essere?

Nessuno aveva mai bussato alla sua porta. Più per curiosità che per altro andò ad aprire. Si trovò davanti uno di quei re. Era molto bello e le fece un gran sorriso, mentre diceva: "Buonasera signora, posso entrare?". Befana rimase come paralizzata, sorpresa da questa imprevedibile situazione e, non sapendo cosa fare, le scapparono alcune parole dalla bocca prima ancora che potesse ragionare: "Prego, si accomodi". Il re le chiese gentilmente di poter dormire in casa sua per quella notte e Befana non ebbe né la forza né il coraggio di dirgli di no. Quell’uomo era così educato e gentile con lei che si dimenticò per un attimo del suo caratteraccio, e perfino si offrì di fargli qualcosa da mangiare. Il re le parlò del motivo per cui si erano messi in viaggio. Andavano a trovare il bambino che avrebbe salvato il mondo dall’egoismo e dalla morte. Gli portavano in dono oro, incenso e mirra. "Vuol venire anche lei con noi?". "Io?!" rispose Befana.. "No, no, non posso". In realtà poteva ma non voleva. Non si era mai allontanata da casa.

Tuttavia era contenta che il re glielo avesse chiesto. "Vuole che portiamo al Salvatore un dono anche da parte sua?". Questa poi… Lei regalare qualcosa a qualcuno, per di più sconosciuto. Però le sembrò di fare troppo brutta figura a dire ancora di no. E durante la notte mise una delle sue calze, una sola, dove dormiva il re magio, con un biglietto: "per Gesù". La mattina, all’alba, finse di essere ancora addormentata e aspettò che il re magio uscisse per riprendere il suo viaggio.
Era già troppo in imbarazzo per sostenere un’altra, seppur breve, conversazione.
Passarono trent’anni. Befana ne aveva appena compiuti cento. Era sempre sola, ma non più cattiva. Quella visita inaspettata, la sera prima del sei gennaio, l’aveva profondamente cambiata. Anche la gente del villaggio nel frattempo aveva cominciato a bussare alla sua porta. Dapprima per sapere cosa le avesse detto il re, poi pian piano per aiutarla a fare da mangiare e a pulire casa, visto che lei aveva un tale mal di schiena che quasi non si muoveva più. E a ciascuno che veniva, Befana cominciò a regalare una calza. Erano belle le sue calze, erano fatte bene, erano calde. Befana aveva cominciato anche a sorridere quando ne regalava una, e perciò non era più così brutta, era diventata perfino simpatica.

Nel frattempo dalla Galilea giungevano notizie di un certo Gesù di Nazareth, nato a Betlemme trent’anni prima, che compiva ogni genere di miracoli. Dicevano che era lui il Messia, il Salvatore. Befana capì che si trattava di quel bambino che lei non ebbe il coraggio di andare a trovare.
Ogni notte, al ricordo di quella notte, il suo cuore piangeva di vergogna per il misero dono che aveva fatto portare a Gesù dal re magio: una calza vuota... una calza sola, neanche un paio! Piangeva di rimorso e di pentimento, ma questo pianto la rendeva sempre più amabile e buona.
Poi giunse la notizia che Gesù era stato ucciso e che era risorto dopo tre giorni. Befana aveva allora 103 anni. Pregava e piangeva tutte le notti, chiedendo perdono a Gesù. Desiderava più di ogni altra cosa rimediare in qualche modo al suo egoismo e alla sua cattiveria di un tempo. Desiderava tanto un’altra possibilità ma si rendeva conto che ormai era troppo tardi.

Una notte Gesù risorto le apparve in sogno e le disse: "Coraggio Befana! Io ti perdono. Ti darò vita e salute ancora per molti anni. Il regalo che tu non sei venuta a portarmi quando ero bambino ora lo porterai a tutti i bambini da parte mia. Volerai da ogni capo all’altro della terra sulla tua scopa di paglia e porterai una calza piena di caramelle e di regali ad ogni bambino che a Natale avrà fatto il presepio e che, il sei gennaio, avrà messo i re magi nel presepio. Ma mi raccomando! Che il bambino sia stato anche buono, non egoista... altrimenti gli metterai del carbone dentro la calza sperando che l’anno dopo si comporti da bambino generoso".
E la Befana fece così e così ancora sta facendo per obbedire a Gesù.
Durante tutto l’anno, piena di indicibile gioia, fa le calze per i bambini... ed il sei gennaio gliele porta piene di caramelle e di doni.
È talmente felice che, anche il carbone, quando lo mette, è diventato dolce e buono da mangiare.



4 gennaio 2022

"Siete disposti..." di Henry Van Dyke


Siete disposti a dimenticare quel che avete fatto per gli altri e a ricordare quel che gli altri hanno fatto per voi? 
A ignorare quel che il mondo vi deve e a pensare a ciò che voi dovete al mondo? 
A mettere i vostri diritti in fondo al quadro, i vostri doveri nel mezzo e la possibilità di fare un po’ di più del vostro dovere in primo piano? 
Ad accorgervi che i vostri simili esistono come voi, e a cercare di guardare dietro i volti per vedere il cuore? 
A capire che probabilmente la sola ragione della vostra esistenza non è ciò che voi avrete dalla vita, ma ciò che darete alla vita? 
A non lamentarvi per come va l’universo e a cercare intorno a voi un luogo in cui potrete seminare qualche granello di felicità? Siete disposti a fare queste cose sia pure per un giorno solo? 
Allora per voi Natale durerà per tutto l’anno.


2 gennaio 2022

"Pensaci bene la prossima volta" di Andrew Faber


Pensaci bene la prossima volta
prima di dire che il vecchio anno, è stato uno schifo.
Prima di mandarlo affanculo
come la moda dei nostri giorni t’impone.
Non sei un rivoluzionario se lo fai.
Perdonami. Ma sei un coglione.
Cercati piuttosto un buon compagno di viaggio.
E se sarà una donna, spera a breve di chiamarla amore.
Tieni fuori anima e bambini dagli sproloqui della rabbia. Loro sono altrove.
Non nasconderti, se non hai un buon motivo per sentirti solo.
Se soffri di extrasistole cercati qualcuno che sappia accarezzarti bene il cuore.
Abbi coraggio, sempre, di buttare via.
Di dare un calcio in culo a tutto ciò che non ha un posto.
Non farti ricordare come uno che abbracciava tutti.
Ma fai in modo che tutti quelli che ricevono un tuo abbraccio, si ricordino di te.
Mischia sempre bene: sesso, alcool e poesia.
Corri di meno e passeggia di più.
Per la strada o per le stelle.
Non invitarmi a cena, se metti la cipolla nella carbonara.
Non sostituire - santo Dio - MAI una “c” con una “k” e okkio ai congiuntivi.
Sentiti in diritto di cantare a squarciagola mentre fai la doccia.
Chiuditi ogni giorno, per un’ora
dentro al buio di una stanza coi tuoi mostri.
Quando la sveglia suona, corri al bagno, sciacquati il viso. Torna a splendere.
Sii puntuale dammi retta.
E se ti avanza tempo, cerca di non farti male.
Amare la vita, non è roba da sfigati, da illusi o da perdenti.
Amare la vita, è roba da ricchi.
E tu
che come me
che come noi
a fine mese ci arrivi con la speranza a pezzi
e la preghiera che il bancomat “passi”
tu che come me
che come noi
che come tutti
non hai le carte in regola
per conoscere il futuro
sappi che mentre sto scrivendo queste righe
nel parcheggio di un supermercato
uno stronzo mi ha appena preso in retromarcia
ed è scappato.
Per questo ti dico, abbi pazienza.
So di cosa parli.
Impreca se ti aiuta.
Respira più che puoi.
Ascolta De André, Fossati, Dalla, Battiato, De Gregori, Gaber, Guccini e Battisti.
Stringi forte i pugni (ma non li usare)
Vivitela abbestia.
Resisti.


1 gennaio 2022

Benvenuto 2022 !


Buon anno
ad ogni alba
e tramonto
a fiori farfalle
gatti ed uccelli.
Buon anno
alle cose belle
ai buoni propositi
 a tutti i bimbi
a chi soffre
e ad ogni poverello.
Buon anno
te che mi ami 
e a te che sei lontano.
Buon anno
a tutto il mondo.
E se per te 
non sono nessuno
anche a te
auguro buon anno
che per me
sei qualcuno
perchè
un buon anno
non si nega
a nessuno.

 🎉


28 dicembre 2021

Una letterina di Natale del 1936

Tra vecchie foto, in una scatola di latta, trovo questa letterina di Natale, ormai scolorita e ingiallita, scritta dal mio papà nell'anno 1936. Aveva 11 anni.

Mi commuovo e la stringo al cuore, ricordo per me prezioso ed unico.


Miei cari genitori

Col ritorno della soave festa di Natale, scendono dal cielo con la voce degli angeli parole di amore, di pace e di perdono.
Tutti i cuori sono invasi di serena letizia ed il mio piccolo animo che cosa sente?
Penso che a volte vi ò rattristati colle mie disobbedienze, col non sapere apprezzare i beni che Dio mi à dato che sono la salute e il vostro immenso affetto.
Possa Gesù infondermi nell'animo col pentimento la forza di vincere le mie debolezze per divenire migliore.
Egli mi guidi nella via del dovere e mi renda buono e saggio. Ed ora fatto più mite da questi propositi rivolgo a Lui una fervida preghiera affinché conceda la pace, la salute e la provvidenza a voi, cari, che siete tutto per me.
Chiedendovi la santa benedizione vi bacia e vi abbraccia 
vostro figlio Ottavio

Natale 1936 - XV


▫️Cosa significa quel numero romano "XV", scritto dopo l'anno 1936, a fine lettera?

Fu, in seguito ad una circolare del 25 dicembre 1926, quando vi fu l'obbligo di aggiungere, in numero romano, l'anno dell'era fascista accanto a quello dell'era cristiana.
Entrò in vigore a partire dal 29 ottobre 1922 data di inizio quella del giorno successivo alla marcia su Roma, che avvenne il 28 ottobre 1922.
Il primo anno iniziava, dunque, il 29 ottobre 1922 e terminava il 28 ottobre 1923; il 29 ottobre 1923 iniziava il secondo anno... e così via.
La data della sua cessazione può essere considerata il 25 luglio 1943, quando cessò il regime fascista, anche se fino alla fine dell' aprile del 1945 fu ancora in vigore nella Repubblica sociale italiana (Italia settentrionale governata dal fascismo).

▫️ Quindi, XV: 
dal 29 ottobre 1936 al 28 ottobre 1937.


26 dicembre 2021

Good night

Io qui, tu là...
tu lì, io qua...

🤍

I kiss you "good night" !



25 dicembre 2021

Filastrocca di Natale



Dolce è Natale
dolce è Gesù,
dolce è la neve che scende giù.
Dolce è la mamma ed il papà
e tutti quelli che sono qua.
Oggi è Natale 
e siam tutti contenti,
auguri e bacetti
 a tutti i pesenti.


Natale 2021


"Non è Dio 
che ha abbandonato il mondo, 
ma il mondo 
che ha abbandonato Iddio, 
unendo la sua sorte 
a quella della natura 
scissa dalla natura di Dio."

Fulton J. Sheen 

La sacra famiglia
di Greg Olsen

Buon Natale !



24 dicembre 2021

"Che scherzo" di Dino Buzzati



 E se poi venisse davvero?
Se a quell’ora precisa
mentre la nebbia
 oppure la pioggia nera
oppure comunque le caligini 
il fetido l’incubo nero
della notte sopra la pianura 
dell’umidità
e dell’espansione economica
l’arcipelago delle luminarie
sempre più denso verso il centro
specialmente i cinema i bar 
le stazioni di servizio
e poi nel cuore della città
la massima concentrazione di luci
di lusso di soldi di gioia di vizio
se nei palazzi cascine falansteri
attraverso le illusioni e i misteri,
lui davvero venisse?
Che scherzo pericoloso, eh?

Perché dicono dicono ma
non ci crede più nessuno.
Il proprietario 
del magazzino famoso
di articoli da regalo
non ci crede, e ne ride bonario
con le clienti in visone
anche il negoziante di giocattoli
sollevato dall’andamento straordinario
degli affari nonostante 
la recessione.

Non ci crede il capofamiglia
né lo scapolo né il coniugato
né il vecchio zio né la figlia,
neppure la mamma sebbene
tenendoli sulle ginocchia
abbia dettato ai bambini le lettere
col presepio e il bordo dorato
destinazione Paradiso
in franchigia, senza riflettere
al rischio della mistificazione.

Non ci crede neanche don Saverio
il buon prevosto della parrocchia
non basta infatti la fede
per prendere veramente sul serio
questa antica superstizione.

E neppure ci credono i bambini
che avrebbero sufficiente ingenuità
voglia di miracoli, di fantasia
di mostri, di favole, ma
ci fu quel sorriso speciale
della mamma così ambiguo 
e allora
nacque in loro l’ipocrisia
per la prima volta, con la paura
tipicamente italiana
di passare per cretini.

Neanche loro dunque 
ci credono più
che alla mezzanotte 
del venti-quattro,
carico di regali
in carte d’oro e d’argento
fra un grande sbattere d’ali
(ci saranno anche gli angeli, no?)
arriva il Bambino Gesù.

E se invece venisse per davvero?
Se la preghiera, la letterina, 
il desiderio espresso così, 
più che altro per gioco
venisse preso sul serio?
Se il regno della fiaba e del mistero
si avverasse? Se accanto al fuoco
al mattino si trovassero i doni
la bambola il revolver il treno
il micio l’orsacchiotto il leone
che nessuno di voi ha comperati?
Se la vostra bella sicurezza
nella scienza e nella dea ragione
andasse a carte quarantotto?
Con imperdonabile leggerezza
forse troppo ci siamo fidati.

E se sul serio venisse?
Silenzio! O Gesù Bambino
per favore cammina piano
nell’attraversare il salotto
Guai se tu svegli i ragazzi,
che disastro sarebbe per noi
così colti così intelligenti
brevettati miscredenti
noi che ci crediamo chissà cosa
coi nostri atomi coi nostri razzi.
Fa' piano, Bambino, se puoi.




22 dicembre 2021

Un regalo



Un regalo è prezioso
perché doni
un po' del tuo tempo.
 Prezioso perché scelto 
e confezionato con cura.
Prezioso perché gesto 
che parte dal cuore.

Porgendo un regalo 
non occorre parlare.
È il regalo che sussurra:
"Ho pensato a te...
ti voglio un mondo di bene!"


18 dicembre 2021

Il mio Natale 2021


Natale è casa...

 Tu, 
  un bacio, 
 un abbraccio,
 tanto amore
 e Gesù nel cuore.
 Così sarà davvero
 un buon Natale !
   🎁




16 dicembre 2021

"Il mago di Natale" di Gianni Rodari


S'io fossi il mago di Natale
farei spuntare un albero di Natale
in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle del pavimento,
ma non l'alberello finto,
di plastica, dipinto
che vendono adesso all'Upim:
un vero abete, un pino di montagna,
con un po' di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti:
 regali per tutti.
Poi con la mia bacchetta 
me ne andrei a fare magie
per tutte le vie.

In via Nazionale
farei crescere un albero di Natale
carico di bambole
d'ogni qualità,
che chiudono gli occhi
e chiamano papà,
camminano da sole,
ballano il rock an'roll
e fanno le capriole.
Chi le vuole, le prende:
gratis, s'intende.

In piazza San Cosimato
faccio crescere l'albero
del cioccolato;
in via del Tritone
l'albero del panettone
in viale Buozzi
l'albero dei maritozzi,
e in largo di Santa Susanna
quello dei maritozzi con la panna.

Continuiamo la passeggiata?
La magia è appena cominciata:
dobbiamo scegliere il posto
all'albero dei trenini:
va bene piazza Mazzini?
Quello degli aeroplani
lo faccio in via dei Campani.
Ogni strada avrà un albero speciale
e il giorno di Natale
i bimbi faranno
il giro di Roma
a prendersi quel che vorranno.

Per ogni giocattolo
colto dal suo ramo
ne spunterà un altro
dello stesso modello
o anche più bello.

Per i grandi invece ci sarà
magari in via Condotti
l'albero delle scarpe e dei cappotti.
Tutto questo farei se fossi un mago.

Però non lo sono
che posso fare?
Non ho che auguri da regalare:
di auguri ne ho tanti,
scegliete quelli che volete,
prendeteli tutti quanti.

🎄🎁🧸🚂🎄