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30 aprile 2024

Il ciclamino selvatico


Numerose sono le specie 
di questo grazioso fiore
 che trova il suo habitat 
nei sottoboschi, cespugli, 
lungo le scarpate, 
 in zone ombrose e umide,
dell'Europa meridionale 
a quote comprese 
tra 0 e 1.300 m s.l.m.


È il ciclamino selvatico
dai fiori profumatissimi, 
con 5 petali a forma 
di calice-corolla,
con foglie a forma di cuore
 e per radice 
un tubero tondeggiante.


Fiorisce dall'autunno
fino a marzo-aprile.
È specie protetta 
a livello nazionale.


Da secoli, è condiderato 
un fiore portafortuna 
e simboleggia l'amore 
e la fertilità.



25 aprile 2024

Sono io quello che ti aspetta…


Sono io quello che ti aspetta…
La tua auto ha un suono speciale 
e posso riconoscerlo tra mille.
I tuoi passi hanno un campanello magico, sono musica per me.
La tua voce è il più grande segno del mio tempo felice e, a volte, non è necessario menzionare: sento la tua tristezza.
Se vedo la tua gioia, 
mi rende felice!
Non so cosa sia odore buono 
o cattivo, so solo che 
il tuo profumo è il migliore.
Alcune presenze a volte 
mi piacciono, 
altre, non tanto.
Ma la tua presenza è ciò 
che muove i miei sensi.
Il tuo risveglio, mi sveglia.
Dormendo sei il mio Dio, 
riposa in casa, e io il tuo sogno.
Il tuo sguardo è un raggio di luce, 
quando mi rendo conto 
del tuo risveglio…
Le tue mani su di me, 
hanno la leggerezza della pace.
E quando tu esci, 
tutto è vuoto di nuovo…
E torno ad aspettare sempre 
e sempre…
Per il suono della tua auto;
Per i tuoi passi;
Per la tua voce;
Per il tuo stato sempre incostante dell’umorismo;
Per il tuo odore;
Per il tuo riposo sotto la mia veglia;
Per i tuoi occhi;
Per le tue mani.
E così sono felice.
Sono io quello che ti aspetta:
Sono il tuo cane!

Dal web (autore sconosciuto)


23 aprile 2024

Oggi, Giornata Mondiale del libro

E pagina dopo pagina ti fai piccola e entri lì nella storia, nei fatti del passato, nei personaggi...
Immagini le cose, i visi, i colori, gli odori, percepisci emozioni e sentimenti.
Li senti i rumori: le voci, i pianti, lo scorrere dell'acqua, della pioggia, della città caotica, il canto degli uccelli o magari un profondo silenzio.
Ci sei dentro.
Ti cattura. Ti appassioni. 
Incameri il racconto, ti arricchisci di cultura.
Hai in mano un libro: romanzo, poesie, letteratura, storia... 
È un libro. Cosa preziosa per la tua mente.
Quante emozioni!
Pagina dopo pagina... sì, ci sei dentro e "la realtà" resta fuori.

Grazie a scrittori e poeti.


"Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L’opera dello scrittore è soltanto uno strumento ottico offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso."
Marcel Proust

"Puoi leggere, leggere, leggere, che è la cosa più bella che si possa fare in gioventù: e piano piano ti sentirai arricchire dentro, sentirai formarsi dentro di te quell’esperienza speciale che è la cultura."
Pier Paolo Pasolini

"Leggendo cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma. Ci colpiscono degli altri le parole che risuonano in una zona già nostra – che già viviamo – e facendola vibrare ci permettono di cogliere nuovi spunti dentro di noi."
Cesare Pavese

"Ho scoperto prestissimo che i migliori compagni di viaggio sono i libri: parlano quando si ha bisogno, tacciono quando si vuole silenzio. Fanno compagnia senza essere invadenti. Danno moltissimo, senza chiedere nulla."
Tiziano Terzani

"Leggevo e rileggevo lo stesso libro molte volte, e a volte chiudevo gli occhi e mi riempivo i polmoni del suo odore. Il semplice annusare quel libro, scorrere le dita tra le pagine, per me era la felicità."
Haruki Murakami

"Sento che la scrittura è sempre lì, sento le parole azzannare la carta, e ne ho bisogno come non mai. Lo scrivere mi ha salvato dal manicomio, dall’assassinio e dal suicidio. Ne ho bisogno ancora. Adesso. Domani. Fino all’ultimo respiro."
Charles Bukowski


20 aprile 2024

Flowers

"The earth laughs in flowers."
Ralph Waldo Emerson



17 aprile 2024

"Essere soli..." di Francesco Roversi

Pittura di
Antonia Matos 

Essere soli non significa essere sfigati. 
Essere soli non significa non avere amici, non uscire, rimanere a casa tutto il giorno. È una cosa completamente diversa. 
Quando scrivo di essere solo spesso mi dicono "Ma come? Hai tanti amici, esci, ti diverti, mica sei solo!" 
Essere soli è un’altra cosa. 
Sai di essere solo quando una sera sei un po’ triste e scorri la rubrica ma non trovi nessuno con cui parlare senza paura di disturbare. 
Sai di essere solo quando le persone a cui vorresti dare la buonanotte non vogliono riceverla da te. 
Non sei solo quando non hai nessuno accanto. Sei solo quando la persona che hai accanto non è quella che hai nel cuore.



15 aprile 2024

"La vita..." di Oriana Fallaci

Pittura naif
di Iwona
Lifsches

"La vita 
non è uno spettacolo muto
 o in bianco e nero. 
È un arcobaleno inesauribile 
di colori, 
un concerto interminabile 
di rumori, 
un caos fantasmagorico 
di voci e di volti, 
di creature le cui azioni 
si intrecciano 
o si sovrappongono 
per tessere la catena di eventi 
che determinano
 il nostro personale destino."


13 aprile 2024

"Caffè Meletti" - Piazza del Popolo - Ascoli Piceno


Il Caffè Meletti 
è uno dei simboli 
della città di Ascoli Piceno.

È lì nella centralissima 
Piazza del Popolo
sul lato ovest, 
accanto al Palazzo dei Capitani.


Il Caffè Meletti fu voluto da Silvio Meletti, industriale di liquori noto per la produzione dell’omonima Anisetta.

La palazzina, realizzata tra il 1881 e il 1884, fu rilevata dal Meletti, qualche anno prima e con i lavori eseguiti dall’ing. Enrico Cesari lo splendido Caffè fu inaugurato il 18 maggio 1907

È un edificio a tre piani con facciata in stile neoclassico, che ben si colloca nello scenario cinquecentesco di Piazza del Popolo, anche per il delicato colore rosa antico della sua intonacatura.


Al piano terra, le quattro vetrine e l’ingresso sono protette da un portico a cinque arcate, con volte affrescate da Giovanni Picca nel 1883.

Caratteristici tavolini e sedie
 in ferro, color verde chiaro, 
permettono di godere la bellissima 
Piazza del Popolo, 
che sia solo per un caffè 
un aperitivo.
 
Il Caffè Meletti 
regala a tutti piacevoli 
momenti di relax.
 È una locazione suggestiva:
 con il sole, la pioggia, la neve, 
di giorno e di sera,
 a Natale, a Carnevale...
Sempre!
A tutti lascia un bellissimo ricordo!


Al primo piano rialzato si aprono cinque finestre sormontate da arcate con gli stessi fregi rinascimentali delle altre di Piazza del Popolo. All'ultimo piano l'ampia balconata è chiusa da una balaustra che delimita lo splendido terrazzo.


Lo spazio interno è suddiviso da una zona per la consumazione in piedi, una zona più ampia per la consumazione a sedere e una per la pasticceria. 


Lo stile, le decorazioni e l'atmosfera dell'ambiente interno sono tipici di un caffè ottocentesco in stile libertydagli affreschi del soffitto, opera del pittore ascolano Pio Nardini, alle appliques e ai lampadari in ottone e vetro di Murano, ai divani rivestiti in velluto verde, ai tavolini rotondi con piano di marmo bianco di Carrara su base in ghisa lavorata, alle sedie di tipo Thonet in legno e seduta in paglia di Vienna, alle colonne in ghisa con il capitello fruttato e alla deliziosa scala a chiocciola in legno intagliato, oggi non utilizzata, che in origine permetteva l’accesso al piano superiore.


La specialità del locale è indubbiamente l’"Anisetta Meletti", un liquore a base di anice verde ancora oggi prodotto seguendo la ricetta originale di Silvio Meletti, ottimo se bevuto fresco ed accompagnato da un chicco di caffè, la cosiddetta "mosca". 


Molti sono i personaggi illustri che hanno visitato e apprezzato il Caffè Meletti. 

Oggi, come ieri, anche set di molti film.

Nel 1981 il Ministero dei Beni Culturali e ambientali ha dichiarato il Caffè Meletti "locale d’interesse storico e artistico".


11 aprile 2024

" Candele" di Konstantinos Petrou Kavafis



Stanno i giorni futuri innanzi a noi
come una fila di candele accese
dorate, calde e vivide.
Restano indietro i giorni del passato,
penosa riga di candele spente:
le più vicine danno fumo ancora,
fredde, disfatte, e storte.
Non le voglio vedere: m’accora il loro aspetto,
la memoria m’accora il loro antico lume.
E guardo avanti le candele accese.
Non mi voglio voltare, ch’io non scorga, in un brivido,
come s’allunga presto la tenebrosa riga,
come crescono presto le mie candele spente.


7 aprile 2024

"Le 10 regole del controllo sociale" di Noam Chomsky

Le "10 regole del controllo sociale", ovvero, le strategie utilizzate per la manipolazione del pubblico attraverso i mass media, secondo il linguista e filosofo Noam Chomsky.


1) La strategia della distrazione.
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione, che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico da problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazione di continue distrazioni e informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico di interessarsi alle conoscenze essenziali nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica.
Mantenere l’attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali imprigionata da temi senza vera importanza.
Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare di ritorno alla fattoria come gli altri animali.

2) Creare problemi e poi offrire le soluzioni.
Questo metodo è anche chiamato: Problema > Reazione > Soluzione.
Si crea un problema, una situazione prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare.
Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi una violenza urbana, organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia che richieda le leggi di sicurezza e le politiche a discapito della libertà.

3) La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile basta applicarla gradualmente, al contagocce, per anni consecutivi.
È in questo modo che condizioni socio-economiche radicalmente nuove, neo-liberalismo, furono imposte durante il decennio degli anni ’80 e ’90.

4) La strategia del differire.
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come dolorosa e necessaria, ottenendo l’applicazione pubblica nel momento, per un’applicazione futura.
È più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato: primo, perchè lo sforzo non è quello impiegato immediatamente, secondo, perchè il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza di sperare ingenuamente che tutto domani andrà meglio e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato.
Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.

5) Rivolgersi al pubblico come ai bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e un’intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale.
Quando più si cerca di ingannare lo spettatore, più si tenta ad usare un tono infantile.
Perchè?
Se qualcuno si rivolge a una persona come se avesse dodici anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà con una certa probabilità ad una risposta o reazione come quella di una persona di dodici anni o meno.

6) Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione.
Sfruttare l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale.
Inoltre, l’uso del registro emotivo, permette di aprire la porta di accesso all’inconscio, per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori.

7) Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.
Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.
La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile.

8) Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità.
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti.

9) Rafforzare l’auto-colpevolezza.
Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia.
Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto-svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione.
E senza azione non c’è rivoluzione.

10) Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano.
Negli anni ’50 i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti.
Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il sistema ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia della sua forma fisica che psichica.
Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.


4 aprile 2024

Fresie

Ecco le foto
delle fresie
raccolte lungo il bordo 
di una strada di campagna.

È stupendo
il colore fuscia intenso,
ma è il profumo che emanano
che lascia sbalorditi.
Riescono a profumare 
l'intera stanza
in modo naturale.

È un profumo che inebria,
dolce ma non stucchevole.
Gradevolissimo 
e inconfondibile.

Adoro le fresie, 
fiore bellissimo
e, ancora di più, 
adoro il loro profumo.



3 aprile 2024

"Avrei potuto" di Susanna Casciani


Avrei potuto mandarlo al diavolo e cercare una vita migliore.
Avrei potuto, invece l’ho preso per mano.
Tanto ci saremmo mancati, tanto ci desideravamo ancora, tanto a volte bisogna rimboccarsi le maniche e salvarli, certi amori.