Noi siamo, volenti o nolenti,
soggiogati
dal potere decisionale
del nostro Governo.
"Nostro",
si fa per dire,
perché al popolo
sono destinati gli "oneri",
ai componenti spettano gli "onori".
Onori per le loro tasche e poltrone, intendo, perché di onori per competenze, coerenza, meriti, lealtà, rettitudine, giustizia...
meglio sorvolare!
I nostri politici, siano essi Tizio, Caio o Sempronio, di qualsiasi schieramento politico si parli, non sono più credibili.
E noi, come tante pecore, di parte o oppositori, estremisti, ribelli, tolleranti, neutrali, indifferenti... siamo ancora alla loro mercé.
Noi inermi, succubi, "creduloni", ascoltiamo le loro chiacchiere, spesso di poca sostanza o fuorvianti, le poche sensate, necessarie e risolutive per i cittadini sulle tante proposte inutili, le promesse non mantenute e, allo stesso modo, restiamo immobili e in silenzio di fronte alla molta attenzione posta a salvaguardare i propri benefici, nuovi o acquisiti.