La bellissima Piazza del Popolo,
nel cuore della città,
è una delle attrazioni
di maggior rilievo
di Ascoli Piceno.
Ed è lì
la chiesa di San Francesco,
come sfondo sul lato nord.
Interamente costruita in travertino
è una delle chiese francescane,
in stile romanico gotico,
più rappresentative delle Marche
.
La chiesa nasce
per ricordare la visita
di San Francesco d’Assisi
ad Ascoli Piceno nell’anno 1215
e del santo ne conserva il nome,
pur essendo stata
dedicata e consacrata
a San Giovanni Battista,
il 24 giugno 1371.
Il Papa Alessandro IV inviò, nel 1258, la prima pietra da lui benedetta ma per sopravvenute difficoltà e contrasti la costruzione iniziò solo nel 1262.
La facciata principale della chiesa di San Francesco si apre su via del Trivio, con coronamento orizzontale e presenta tre portali gotici, di vago carattere veneziano, di cui quello centrale potrebbe essere cronologicamente collocato nella seconda metà del Trecento.
Dei tre è quello maggiormente interessante per la sua monumentalità e perché finemente decorato.
Sulla sommità dell'arco è posto l'agnello simbolo dei lanari ascolani che contribuirono alle spese per la costruzione della chiesa.
L'affresco cinquecentesco
della lunetta,
rimaneggiato nell'Ottocento,
raffigura san Giovanni Battista,
la Madonna e san Francesco.
I due portali laterali
sono più semplici
e, come quello centrale,
sono opera di artisti veneto-emiliani
del sec. XIV.
Le 2 torri esagonali
sono del Quattrocento.
Nella torre che si affaccia
su Piazza del Popolo
sono collocate 3 campane.
Al di sopra del portale laterale gotico, sempre su Piazza del Popolo, venne aggiunto, nel 1506-10, il monumento a Papa Giulio II.
Sullo stesso fianco,
vi sono l'Edicola barocca
e la Loggia dei Mercanti.
L'Edicola barocca, realizzata da Silvio Giosafatti, fu costruita nel 1639 e dedicata alla Madonna di Reggio.
La Loggia dei Mercanti
è una costruzione
terminata nel 1514.
Ha 5 arcate
poggiate su colonne corinzie
sormontate da capitelli,
e fu commissionata
dalla potente e ricca
"Corporazione della Lana"
come spazio espositivo
per i loro manufatti.
La Chiesa è al centro
di un complesso monumentale
che comprende anche
due chiostri:
il Chiostro Maggiore
e il Chiostro Minore.
Il Maggiore,
detto “Piazza della Verdura”
per il mercato
che vi si tiene ogni giorno.
Si caratterizza per venti arcate
a tutto sesto su colonne corinzie.
Al centro è collocato
un bel pozzo gotico
di forma ottagonale.
La chiesa, del tipo ad Hallenkirche
si sviluppa
con pianta rettangolare
a croce latina
lunga 61,03 metri
per una larghezza di 22,53.
In tre navate,
suddivise
da dieci pilastri ottagonali,
privi di capitelli, che sorreggono degli archi caratterizzati
da una forma intermedia
tra la tipologia romanica
a quella gotica,
e volte
in stile romanico.
La zona presbiteriale è conclusa da tre absidi molto slanciate di cui la centrale sormontata da cupola.
L'abside,
con le tre cappelle
in entrambi i lati
ha sopra ampi
matronei.
Vennero costruite
negli anni 1443 -1451.
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Cappella della SS. Eucarestia con Tabernacolo gotico finemente lavorato
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Cappella di Santa Rita
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Addossato al quarto pilastro,
della navata di sinistra,
si affaccia
un pulpito in travertino
realizzato, tra il 1605 ed il 1607,
da Antonio e Ventura Giosafatti
su commissione
di Giovanni Ciannavei.
Il coro e i confessionali,
in stile gotico,
sono stati realizzati
negli anni 1852-1858
su disegni dell’ing. arch.
Luigi Mazzoni.
Sulla parete della navata di destra
si trova il monumento funebre
per la contessa
Costanza Cavina Saladini,
disegnato da Ignazio Cantalamessa,
eseguito nel 1837,
che presenta statue e bassorilievi
realizzati da Emidio Paci.
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Nicchia con affresco di San Giuseppe da Copertino, invocato da molti studenti prima degli esami |
Sulla sinistra,
all’inizio della navata,
una nicchia conserva
un prezioso crocifisso ligneo,
ritenuto miracoloso
perché rimasto intatto
dopo che l'incendio del 1535
danneggiò Palazzo dei Capitani,
sua precedente collocazione,
durante il suo trasferimento
verso la chiesa di San Francesco
versò Sangue dal Costato,
per questo è considerato miracoloso.
Nella parte centrale
della navata sinistra
si trova il monumento funebre
in marmo dei coniugi Mazzoni,
realizzato nel 1867.
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Edicola di Sant'Antonio da Padova |
Al termine della medesima navata
si trova la lapide
al mecenate ascolano
Giovanni Vincenzo Cataldi.
Benefattore dei Frati Minori contribuì
ai lavori della Chiesa
e al primo Chiostro.
L'ultimo intervento strutturale sulla chiesa fu la costruzione della cupola, che avvenne tra il 1547 ed il 1549.
Al XVII secolo risale, infine, il coronamento superiore della facciata principale su via del Trivio.
Durante il 1700 furono eseguite trasformazioni nell’interno con sovrastrutture in stile barocco.
Negli anni 1852-1858 fu affrontata l’opera del ripristino della forma originaria, e compiuta la riparazione della cupola e dei tetti.
Nel 1978, completato poi nel 1981, fu installato un importante organo composto di 44 registri, 2725 canne e 3 tastiere, opera della ditta Giovanni Tamburini di Crema.
Successivi lavori di ripristino
(1960-70)
hanno ridato splendore
a questo monumento nazionale.
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Particolare del quadro della Via Crucis in travertino a cornice gotica
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Nella sagrestia si trovano vari dipinti
tra cui alcuni di Cola dell'Amatrice,
Nicola Monti e Biagio Miniera,
armadi settecenteschi
e un reliquiario cruciforme
in rame sbalzato del Trecento
donato da Niccolò IV ai francescani.
Molti furono i personaggi illustri
che onorarono questo luogo:
Fra Girolamo Masci
poi papa Niccolò IV,
il Beato Corrado Miliani,
papa SistoV,
papa Clemente XIV ...
La chiesa, nel suo aspetto
solenne e austero
trasmette dalle mura
un passato che affascina.
La maestosità e l'essenzialità
in travertino
avvolgono in un silenzio
particolare che concilia
alla preghiera.
Sempre le testimonianze
del passato
catturano ed emozionano.