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29 settembre 2021

"L’unica nobiltà dell’uomo" Gustave Thibon

- Il bambino Samuele alla preghiera -
Sir Joshua Reynolds 
1776

"L’unica nobiltà dell’uomo, la sola via di salvezza consiste nel riscatto del tempo per mezzo della bellezza, della preghiera e dell’amore. Al di fuori di questo, i nostri desideri, le nostre passioni, i nostri atti non sono che vanità e 
soffiar di vento, risacca del tempo che il tempo divora. Tutto ciò che non appartiene all’eternità ritrovata appartiene al tempo perduto."


27 settembre 2021

È l'imbrunire


Dal ciglio della strada
sotto l'ombrello
resto qui a guardare
la pioggia che cade.
Resto un attimo
a pensare.
I fari e i lampioni
sono accesi.
È l'imbrunire.
Qualche foglia cade già
dall'albero di un giardino
 poco più in là.
Le auto passano veloci
invece di rallentare
e schivo gli schizzi
spostandomi un po'.
C'e poca gente in strada.
Qualcuno corre veloce
cercando un riparo.
Quell'uomo in bicicletta
ma senza ombrello 
dove va? 
Tutto scorre
sempre uguale
in questa sera
come tante
di un settembre
che se ne va.



24 settembre 2021

"Un tempo non avevamo niente" del card. Angelo Comastri


Un tempo non avevamo niente,
ma cantavamo!
Un tempo c’era soltanto 
un po’ di zuppa la sera…
con scodelle sbeccate,
ma cantavamo!
Un tempo non c’era 
la televisione,
ma ci guardavamo negli occhi
e ci parlavamo di tutto,
e cantavamo!
Un tempo tutti eravamo poveri,
ma tenevamo sempre la chiave
sulla porta di casa,
e ci salutavamo per strada
e cantavamo!
Un tempo se c’era una gioia,
si condivideva;
se c’era un dolore,
si partecipava;
se nasceva un bimbo,
si benediceva;
se moriva un vecchio,
si piangeva e si pregava;
se c’era un ammalato,
si abbracciava con tenerezza
e si curava con il cuore
prima che con le medicine;
un tempo 
non mancava mai il canto
nelle nostre case disadorne,
perché il cuore era pieno di Dio!
Non voglio tornare indietro 
nel tempo,
ma voglio che la vita 
di un tempo
faccia un passo in avanti
verso di noi, 
verso le nostre case.


Cardinale Angelo  Comastri 
Arciprete emerito della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano, Vicario Generale emerito di Sua Santità per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente emerito della Fabbrica di San Pietro.
Arcivescovo-prelato di Loreto (1996-2005). Delegato pontificio per il santuario Lauretano (1996-2005)

Ricordo, con profondo affetto, le sue omelie delle messe da lui celebrate, quando mi recavo al Santuario di Loreto. 
Parlava al cuore. Parole semplici con la sua voce inconfondibile che tuonavano forti tra le pareti del Santuario. Il suo amore immenso per la Vergine Maria, l'enfasi delle sue parole, il carisma della sua figura... li custodisco amorevolmente nel mio cuore. 🤍




22 settembre 2021

Keanu Reeves, quando la bellezza è anche interiore


"Ho sempre preso le distanze dalla celebrità. Non ho mai vissuto la mia vita in funzione di quello che veniva detto o scritto di me. Vivo la vita come mi va, e recitare mi piace ancora come il primo giorno. La vita dell'attore ha sempre dato uno scopo e una struttura alla mia vita, e non ho mai trovato nient'altro in cui riuscissi ad impegnarmi come avviene quando lavoro ad un film.“

"So di dare questa impressione all'esterno, ma non sono un solitario. Non ho molti amici veri, e mi piace vivere in tranquillità e riservatezza. Sono fatto così, ma ho un sacco di progetti interessanti che mi danno continue soddisfazioni."

"Ho pianto sulla bellezza. Ho pianto sul dolore, e l'altra volta che ho pianto non ho sentito nulla. Non posso farci niente. Sono soltanto un cliché di me stesso."

"Ogni lotta nella tua vita ti ha plasmato nella persona che sei oggi. Sii grato per i momenti difficili, possono solo renderti più forte."

"Sono stato cresciuto per trattare le persone esattamente come vorrei essere trattato da altri. Questo si chiama rispetto." 

"Non so cosa significhi casa. Io non ho una casa. Credo che nell'immaginario collettivo sia un posto sicuro, comodo, capace di nutrirti… ma io non so cos'è." 

"La persona che mi stava trattenendo dalla mia felicità ero io."

"Ringrazio la terra e il cielo ogni giorno per le opportunità che ho avuto."

"A volte siamo così presi dalla nostra vita quotidiana che ci dimentichiamo di prenderci del tempo per goderci la bellezza della vita. È come se fossimo zombi. Guarda in alto e togli le cuffie. Dì "Ciao" a qualcuno che vedi e dai un abbraccio a qualcuno che sembra ferito."

"Se sei stato brutalmente distrutto, ma hai ancora il coraggio di essere gentile con gli altri esseri viventi, allora sei un duro con il cuore di un angelo."

"Certo, credo in Dio e nel Diavolo, ma non devono avere forconi e una lunga barba bianca."

"Cerca di sbagliarti di tanto in tanto, farà bene il tuo ego."



20 settembre 2021

"Finita la festa" di Gio Evan


Papà mi diceva...
per capire chi è un buon amico
organizza una festa
fai una festa bellissima
prendi buone birre
e dei vini sopra i tredici
prendi del buon cibo
e che la musica di sottofondo
sia bella, che possa accogliere tutti
mettila alta ma non troppo
lascia che i vostri dialoghi
non vengano coperti dagli assoli,
invita amici, mi diceva, 
invitane tanti,
invita tutti gli amici che conosci
e poi finita la festa
lascia che ognuno prenda la via
che preferisce.
Non forzare nessuno a rimanere
non convincere
non prolungare mai la festa
che le feste hanno origini 
più antiche di noi,
sanno loro quando finire,
tu saluta e augura la buonanotte 
a tutti e osserva
osserva bene chi di sua volontà
resta ad aiutarti,
chi ti aiuterà a lavare i piatti
chi ti aiuterà a rimettere a posto
a sistemare le cose,
questi, saranno i tuoi buoni amici.
Quelli che non ti staranno accanto
quando la musica e il vino
gioiranno con le tue buone lune,
i buoni amici
sono quelli che rimarranno
anche quando la tua vita
avrà da offrire solo briciole
e disordine
e alla fine di tutto, mi diceva papà
ricorda, alla fine 
di ogni bellissima festa
alla fine di ogni momento epico
di ogni grande successo
e di ogni impresa riuscita,
vedrai che accanto a te
resteranno sempre 
pochissime persone,
ma quelle pochissime
ricordalo sempre,
valgono tutto.


15 settembre 2021

Realtà spurie...


Oggi viviamo in una società in cui realtà spurie vengono fabbricate dai media, dai governi, dalle grandi corporazioni, da gruppi religiosi, gruppi politici… pseudo-realtà fabbricate da persone molto sofisticate che usano congegni molto sofisticati.

lo non diffido dei loro motivi; diffido del loro potere. Ne hanno molto. 

Ed è un potere sorprendente: quello di creare interi universi, universi della mente. Il bombardamento di pseudo-realtà comincia a produrre molto rapidamente esseri umani inautentici, esseri umani spuri.

Philip K. Dick



13 settembre 2021

"Nell’amore non esistono regole..." di Paulo Coelho


Nell’amore non esistono regole. Possiamo tentare di seguire i manuali, di controllare il cuore, di avere una strategia di comportamento. Ma sono tutte cose insignificanti: decide il cuore. E quanto decide è ciò che conta.
Lo abbiamo provato tutti nella vita. In qualche momento tutti abbiamo esclamato fra le lacrime: “sto soffrendo per un amore per cui non vale la pena”.
Soffriamo perché pensiamo di dare più di quanto riceviamo. Soffriamo perché non riusciamo ad imporre le nostre regole. Soffriamo inutilmente, perché il seme della nostra crescita sta proprio nell’amore.
Quanto più amiamo, tanto più siamo vicini all’esperienza spirituale. I veri illuminati erano pieni di gioia, perché chi ama riesce a vincere il mondo, non ha paura di perdere nulla. Il vero amore è un atto di totale abbandono. 

dal romanzo
 "Sulla sponda del fiume Piedra
mi sono seduta e ho pianto"



11 settembre 2021

"Smartphone" di Fabrizio Caramagna



"Da dove è arrivata questa fascinazione ipnotica dei nostri contemporanei per il loro smartphone, questa manipolazione compulsiva, questa attrazione continua che non permette di pensare ad altro? Carezzare un pezzo di vetro per tutta la giornata? Se degli extraterresti ci vedessero, penserebbe che gli esseri umani sono degli automi che ricaricano le loro batterie strisciando il pollice su di uno schermo."

"Non c’è gesto del tuo corpo e pensiero della tua mente che non venga registrato da precisi sistemi di tracciamento sul web che ti dicono cosa fare, influendo sulle tue decisioni di acquisto, sulle pagine che devi guardare, sui follower che devi seguire, sulle informazioni che devi acquisire. Quando compri uno smartphone, ti vendono un braccialetto elettronico invisibile (simile a quello che hanno i carcerati), ma non lo sai."

"Quegli anni in cui non esistevano internet e i telefoni e la vita aveva un altro ritmo, sembrava ci fosse un po’ più tempo per le cose che erano cose e le persone che erano persone, e anche le parole erano più vere, c’era sempre un gesto di attenzione che le accompagnava."


Fabrizio Caramagna


8 settembre 2021

Maria Teresa Wilms Montt


Maria Teresa Wilms Montt de las Mercedes è stata una scrittrice e poetessa cilena.
Aristrocatica, passionale e ribelle.
Dalla vita travagliata, in continua lotta per la libertà e i diritti della donna è definita, oggi, "promotrice" del femminismo-anarchico.

Nasce l'8 settembre 1893 a Viña del Mar - Cile, muore suicida per overdose di Véronal il 24 dicembre del 1921 a Parigi - Francia, a soli 28 anni.

Lei si definisce così:

Sono Teresa Wilms Montt
e anche se sono nata cento anni prima di te,
la mia vita non è stata tanto diversa dalla tua.
Anche io ho avuto il privilegio d’essere donna.
E’ difficile essere donne in questo mondo.
Tu lo sai meglio di tutti.
Ho vissuto intensamente ogni respiro e ogni istante della mia vita.
Ho distillato una donna.
Hanno cercato di reprimermi ma non ci sono riusciti con me.
Quando mi hanno voltato le spalle, io ci ho messo la faccia.
Quando mi hanno lasciato sola, ho dato compagnia
Quando hanno voluto uccidermi, ho dato vita.
Quando hanno voluto rinchiudermi, ho cercato la libertà.
Quando mi amavano senza amore, ho dato ancora più amore.
Quando hanno cercato di zittirmi, ho urlato.
Quando mi hanno picchiato, ho risposto.
Sono stata crocefissa, morta e sepolta,
dalla mia famiglia e la società.
Sono nata cento anni prima di te
comunque ti vedo uguale a me.
Sono Teresa Wilms Montt,
e non sono adatta per le signorine.

4 settembre 2021

Libertà e citazioni



"Libertà"
una delle tante belle parole.
Molte sono le citazioni, 
icone di verità,
cariche di significato 
e spunti di riflessione.


L’uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. Perché? Perché la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni, e le decisioni comportano rischi. 
(Erich Fromm) 

Spesso è più sicuro essere in catene che liberi. 
(Franz Kafka)

Io so questo: che chi pretende la libertà, poi non sa cosa farsene. 
(Pier Paolo Pasolini)

Se per la tua gioia hai bisogno del permesso di altri, sei proprio un povero sciocco.
(Hermann Hesse) 

La metà della vita di un uomo è passata a sottintendere, a girare la testa e a tacere. 
(Albert Camus) 

Se sei libero sei tu che crei il mondo; se non sei libero il mondo crea te! 
(Efim Tarlapan) 

Il mondo intero ama la libertà, eppure ogni creatura ama le sue catene. Questo è il primo paradosso e il nodo inestricabile della nostra natura. 
(Aurobindo Gosh)

La libertà fa male a chi esce troppo in fretta dalla scatola. Per diventare libero fuori, dovrai prima imparare a esserlo dentro.
(Massimo Gramellini)

Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo.
(Goethe)

Per molti, libertà è la facoltà di scegliere le proprie schiavitù.
(Gustave Le Bon)

Nulla può essere incondizionato: dunque nulla può essere libero. 
(George Bernard Shaw) 

L’uomo è nato libero, ma ovunque è in catene.
(Jean-Jacques Rousseau) 

Non ci sono amori brutti, né prigioni belle. 
(Pierre Gringore)

Schiavo è chi aspetta che qualcuno venga a liberarlo.
(Ezra Pound) 

Lo schiavo ha un solo padrone; l’ambizioso ne ha tanti quante sono le persone utili alla sua fortuna.
(Jean de La Bruyère) 

La libertà non consiste nell’avere un padrone giusto, ma nel non averne alcuno.
(Marco Tullio Cicerone)

Non è un uomo libero quello che non ozia di tanto in tanto. 
(Marco Tullio Cicerone) 

Ogni cosa ha il suo prezzo, ma nessuno saprà quanto costa la mia libertà.
(Edoardo Bennato)

Gli occhi degli altri sono le nostre prigioni; i loro pensieri le nostre gabbie. 
(Virginia Woolf) 

C’è pochissima vera libertà nel mondo: la legge, il costume, l’opinione pubblica, il timore o la vergogna ci rendono tutti schiavi. 
(Louisa May Alcott)

Indipendenza? Libertà? Illusione della borghesia. Tutti dipendiamo, inevitabilmente, l’uno dall’altro. (George Bernard Shaw)

La libertà è una forma di disciplina. 
(Giovanni Lindo Ferretti) 

Soltanto colui che nulla si aspetta è veramente libero. 
(Edward Young)

Più libertà? Allarghiamo la gabbia.
(Jan Sobotka)

Non è la libertà che manca. Mancano gli uomini liberi.
(Leo Longanesi) 

Quando perdiamo il diritto di essere differenti, perdiamo il privilegio di essere liberi.
(Charles Hughes)

La libertà non consiste tanto nel fare la propria volontà quanto nel non essere sottomessi a quella altrui.
(Jean-Jacques Rousseau)

È molto facile, in nome della libertà esteriore, soffocare la libertà interiore dell’uomo. 
(Rabindranath Tagore)

Mentre siamo liberi di scegliere le nostre azioni, noi non siamo liberi di scegliere le conseguenze delle nostre azioni.
(Stephen R. Covey)

La mia libertà finisce dove comincia quella degli altri.
(Alain)

Si mettono a citare Alain: “la libertà di uno finisce dove comincia quella degli altri”, ma poi pensano in modo tutto differente: “La vostra comincia dove finisce la mia”. Ed è questo che cambia tutto!
(Laurent Gouze)

Libertà è il diritto di fare ciò che le leggi permettono. Se un cittadino avesse il diritto di fare ciò che è proibito, non sarebbe libertà, perché chiunque altro vorrebbe avere lo stesso diritto.
(Montesquieu)

La libertà è un lusso che non tutti si possono permettere.
(Otto von Bismarck) 

La migliore libertà è essere se stessi.
(Jim Morrison)

Nessuno è libero se non è padrone di se stesso.
(Epitteto)

Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: "Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi". 
(Giovanni 8:31-32)


3 settembre 2021

I 7 vizi capitali


I vizi capitali attraggono più delle virtù
Forse perché il virtuoso rappresenta una figura celestiale, quasi non appartenere all’uomo, visto invece in veste più profano, più peccatore, più tangibile… la parte più oscura della coscienza umana, e per questo più seducente.

Infatti i vizi capitali hanno affascinato filosofi, santi, poeti, scrittori; se ne parla nel mondo dell’arte, in quello artistico, sono studiati e analizzati sia nella psicoanalisi, sia in campo teologico.

Fanno la prima comparsa con Aristotele nel 300 a.C., che li identifica comeabiti del male”.
Molti anni dopo, nel 1200, per Tommaso d’Aquino rappresentano l’opposizione della volontà dell’uomo alla volontà divina”.
Nel 1700, per Immanuel Kant, escono dal mondo morale, per fare l’ingresso in quello patologico, non più “vizi”, quindi, ma malattie dello spirito”.

Nel nostro tempo, invece, in veste più contemporanea, sono quelli descritti da Umberto Galimberti in “I vizi capitali e i nuovi vizi”, e quelli da Gianfranco Ravasi in “Le porte del peccato – I sette vizi capitali”.

Vengono chiamati “vizi capitali” perché generano altri vizi, altri peccati, e per questo basta guardarsi intorno.

Se per la Chiesa il peggiore dei setti vizi capitali è la superbia, fare una classificazione ha forse poca importanza.
Potrebbe essere utile, invece, soffermarsi a riflettere…, al di là dell’aspetto cristiano, quale rispetto per se stessi e per il prossimo.


Superbia

Il superbo è colui che ostenta sicurezza, doti superiori, uniche, ed una sorta di narcisismo, sminuendo per emergere le qualità ed i meriti degli altri. È sicuro di sé, non sbaglia mai, e guai a contraddirlo. Ha un atteggiamento sprezzante, arrogante, di chi può sempre e ovunque, tant’è che disprezza regole e leggi. Ma se alcuni sono proprio convinti di essere superdotati, altre volte questo atteggiamento, nasconde in realtà la poca stima di sé, il riconoscere la propria normalità ed il desiderio di essere ciò che invece non si è.


Avarizia

L’avaro si attacca troppo alle cose materiali, accumula al di là di ogni necessità: denaro, beni materiali e quant’altro e, se necessario, anche con mezzi illeciti per impossessarsi di ricchezze. Il possedere lo fa sentire invincibile, accresce in lui il senso di autorità, di potere. L’avidità non conosce limiti, e l’avaro si considera accorto, previdente, oculato, e spesso non basterebbero sette vite per godere di quanto accumulato, ma la generosità è per lui un termine sconosciuto. Si può essere avari anche nei sentimenti.


Lussuria

Il lussurioso ha atteggiamenti travolgenti ed ossessivi di natura sessuale, di puro piacere fisico, amore carnale, perversione. La lussuria diventa un vizio anche quando la carnalità, la concupiscenza, la dissolutezza diventano i principali pensieri, annullando ogni forma di moralità.


Invidia

È la felicità altrui che desta dispiacere e frustrazione nell’invidioso. Invidia di beni materiali, bellezza, successo o quant’altro possa dare felicità. Benessere altrui che mortifica, che crea senso di inferiorità, di impotenza. Talento, capacità, compromesso o colpo di fortuna, poco importa, l’invidia resta, e logora e addolora. Ma spesso stimola l’ambizione: arrivare, fare, per essere come gli altri e, magari, ancora di più, perché chi non è primo non vale nulla.
In ogni caso è sempre una visione distorta del proprio essere, del proprio esistere, perché, guarda caso, si considera solo chi sta meglio e non viceversa.


Gola

Il cibo, nel goloso, va al di là del valore nutrizionale e della sopravvivenza. Bramosia non regolata dalla ragione e ingordigia verso il cibo, abbandono ed esagerazione nei piaceri della tavola. Colui che mangia e beve più del necessario, senza controllo, che mette il cibo in primo piano. Ma pecca di gola anche la ostentata passione per piatti costosi, pietanze raffinate, luoghi di ristorazione dove il lusso e l’abbondanza sono uno schiaffo morale alle migliaia di persone che muoiono di fame.


Ira

Suscettibilità, irritazione, risentimento, rabbia, perdita di controllo che si trasforma in un’esplosione di collera primitiva che, a volte, in modo incontrollabile, si tramuta in violenza. Perdita dell’uso della ragione e conseguente furia brutale ed aggressività, spesso dettati da smania di vendetta, frustrazione, rancore…


Accidia

Caratterizzano l’accidioso la negligenza, la pigrizia, l’ozio, ma anche l’apatia, la mancanza di interessi, il rifiuto di vivere la vita con le sue amarezze e, purtroppo, i suoi rischi. Ogni dovere e responsabilità lasciano il posto all’indifferenza, alla svogliatezza, ad uno stato d’animo cupo, al lasciarsi andare. Impegni considerati di poca importanza che non vengono assolti, e rimandati, spesso, anche per noia, sconforto, malessere o depressione.



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Rubrica "salute & benessere"


1 settembre 2021

"Felicità" di Hermann Hesse


Fin quando dai la caccia 
alla felicità, 
non sei maturo per essere felice,
 anche se quello che più ami
 è già tuo. 
 Fin quando ti lamenti del perduto 
ed hai solo mete e nessuna quiete, 
non conosci ancora cos’è pace. 
 Solo quando rinunci 
ad ogni desiderio 
e non conosci né meta né brama 
e non chiami per nome la felicità, 
allora le onde dell’accadere 
non ti raggiungono più 
e il tuo cuore e la tua anima 
hanno pace.