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9 novembre 2014

" Non mangio carne, ma... "


Sono del parere che i concetti per cui si segua la dieta “vegetariana” o “vegana”, o altri modelli dietetici che escludono dall’alimentazione ogni qualsivoglia alimento, debbano andare oltre la morale professata con l’intento di cambiare il mondo.

Non serve nascondersi dietro un falso moralismo per salvare gli animali. Gli animali vengono uccisi, o maltrattati  non solo per cibo, ma anche per ricavarne pellicce, pelli, piume, avorio, grasso, o motivi ancora più disdicevoli, per divertimento o sport.

E allargando gli orizzonti, pensiamo a quale sofferenza estrema vanno incontro gli animali negli allevamenti intensivi e in che modo vengano poi abbattuti. 
E gli animali nei circhi? Lontano dal loro habitat, chiusi in gabbie e costretti ad entrare nel ruolo di attori per regalare divertimento agli umani. E cosa dire delle prede vive, somministrate ad animali carnivori allevati in casa in teche? 
E gli animali abbandonati o maltrattati dai loro padroni?
Per queste ragioni ogni protesta è lecita, doverosa e dovrebbe essere radicale. Ma pensiamo davvero che solo non mangiando alimenti di origine animale si risolva lo stato di cose?

E cosa pensiamo ci sia nelle scatolette o nelle crocchette per cani e gatti? Faremmo diventare vegani anche loro? 
Come si fa a dire al leone che non deve sbranare e mangiare la gazzella? O al coccodrillo di lasciare la sua preda? O ai grandi pesci dell'oceano di sostituire i pesci piccoli con delle alghe marine?
Per quanto riguarda la crudeltà dell'uomo verso gli animali è certamente tutt'altra cosa. 
Crudele per indole, per necessità, per profitti personali o per cultura della stirpe di appartenenza. E tutto questo non perché debbano finire nel piatto.
Uomini spregevoli, tanti, troppi, smisurati.
Ma da dove si può cominciare questa battaglia? 
Con chi? Come?

E mi allargo al tema “salute”.
I vegetali di cui un vegetariano/vegano deve alimentarsi sono forse più sani di un petto di pollo? Gli OGM, i diserbanti, i concimi, i pesticidi, le terre coltivate inquinate, e poi la produzione, lo stoccaggio, la conservazione..., anche nel mondo dell’agricoltura c’è purtroppo disonestà, interessi personali  o collettivi a iosa.

Dal punto di vista nutrizionale per l’uomo è inutile millantare che una dieta anche senza alimenti di origine animale sia completa, perché non lo è.

Una dieta bilanciata per l'uomo è il risultato del giusto equilibrio di tutti i principi nutritivi, derivanti dal mondo animale e vegetale.

Vale la pena ripetere che sono gli eccessi e le carenze che fanno male. Si mangia in modo scorretto oggi, a prescindere.
In entrambi i casi, sono davvero deleteri se attuati per lungo termine, e le patologie dei nostri giorni ne sono la testimonianza.
Fin dalla preistoria l’uomo si nutriva di bacche, radici, tuberi, frutta, ma anche di carne di piccoli animali. 
È la nostra dentatura e il nostro apparato digerente che lo confermano. Sono strutturati oggi come allora. 

L’eliminare dai nostri piatti pietanze di animali uccisi è certamente condivisibile quale concetto personale, di cui ognuno porta avanti le proprie ragioni in modo esemplare: per motivi etici, perché generano avversione, o semplicemente perché i cibi e prodotti carnei non piacciono. 
Scelte queste degne certamente di ogni rispetto.
Restano comunque cibi che esistono, ed il loro consumo è del tutto in linea con gli equilibri della natura.  
In natura vi è un equilibrio. Si nasce e si muore, si cresce e ci si trasforma. 
Nel mondo vegetale così come nel mondo animale.

Equilibrio, appunto! 
Anche nell'alimentazione dell'uomo, dove ogni eccesso e ogni difetto ha da far discutere. Ma ancor prima fa discutere ogni sofisticazione, ogni frode, ogni manipolazione fatta contro natura.  
Ma non si può dimenticare che la nostra vita, salute compresa, è condizionata dai nostri tempi.
Oggi le Multinazionali controllano il monopolio globale, compreso quello dell’alimentazione (allevamenti, agricoltura, pesca, industria, distribuzione, pubblicità...).

Che poi, se per alcuni il “problema” si pone,  per altri non esiste proprio. Purtroppo nel mondo non c’è coerenza, e c’è tanta disparità. C’è chi di carne si abboffa e chi non ricorda o conosce neppure il sapore.

Potremmo davvero credere che la propria scelta alimentare e il portare avanti la propria causa in favore degli animali,  possa essere sufficiente e determinante per risolvere tutto questo? No davvero, perché si dipende da altri. Da altri, anche se coltiviamo, anche se alleviamo..., da altri soprattutto quando acquistiamo.

Ogni nostra scelta è purtroppo condizionata da chi ha in mano le sorti del mondo, da altri che non la pensano allo stesso modo.
Ogni battaglia va fatta fino in fondo ed è giusto che ognuno abbia le proprie convinzioni ma ogni estremismo è deleterio.
Resta comunque una lotta impari verso tutto e tutti... e non solo dal punto di vista alimentare.
 
 
 
 
 

1 novembre 2014

Crisantemi


Questo splendido fiore, 
assume significato 
e rilevanza, secondo 
le varie culture.
In Italia, poiché la sua fioritura 
avviene nel tardo autunno, 
è associato 
alla commemorazione 
dei defunti, 
con conseguente significato 
di malinconia, tristezza, 
dolore e lutto.

Per gli indù significa 
"amore oltre la morte"; 
eternità, immortalità dell’anima, 
nuova vita piena di gioia.

Fiore dei festeggiamenti 
  è invece in Oriente:
fiore di gioia, vitalità e pace.
 Così come è molto amato 
nei paesi anglosassoni.


Ha le sue origini in Cina, 
in tempi antichissimi, 
ma è in Giappone 
che si diffonde maggiormente 
e, per la sua forma 
ed il colore giallo, 
è simbolo del sole; 
per questo l'imperatore 
"Figlio del Sole"
lo erge a fiore imperiale. 
Poiché all'epoca veniva coltivata 
solo la specie gialla, 
il suo nome deriva 
dalle parole greche "chrysos", 
oro, e "anthemon", fiore: 
significato che è associato, 
dalla tradizione, alla positività.

Cantato in molte poesie, 
storie e leggende, 
appare, frequentemente,
 in decorazioni su dipinti,
 stoffe e vari oggetti.


Fiori multicolori, bicolori, 
dal bianco al giallo 
nelle varie tonalità,
 al rosato, salmone, rosso, 
ruggine, bronzo. 

Dalle tante forme:
semplici, doppi, medi, 
grandi, a margherita, pon pon...

Belli, colorati 
e semplici da coltivare,
sono davvero incomparabili
in ogni giardino autunnale.