San Valentino, vescovo e martire cristiano, è patrono della
città di Terni e protettore degli innamorati di tutto il mondo.
Nasce a Terni
intorno al 176 d.C. e divenne vescovo della città nel 197 d.C. e qui, su un
amena collina sorge la Basilica a lui dedicata dove, racchiuse in una teca di
cristallo, sono venerate le spoglie mortali del santo.
Accanto la scritta:
“San Valentino patrono dell’amore” .
Molti i racconti, tutti d’amore, riguardanti la sua vita.
Degli ultimi giorni dell’esistenza terrena si ricorda che, a
Roma, dove Valentino si era recato per predicare il Vangelo e convertire i
pagani, venne arrestato, imprigionato e poi condannato a morte perché osò
sfidare il decreto dell’imperatore, sposando segretamente alcune giovani
coppie.
L’imperatore di quel periodo, Claudio II, aveva ordinato che i
soldati romani non si sposassero o fidanzassero per evitare che, una volta
sposati, preferissero la vita familiare a quella militare.
Era il 14 febbraio.
La storia racconta che fin dal quarto secolo A. C. i romani
pagani rendevano omaggio al dio Lupercus con vari festeggiamenti, fra cui un
singolare rito annuale: i nomi di giovani donne e uomini venivano messi in
un’urna e, scelti a caso, si formavano delle coppie che avrebbero vissuto in
intimità fino all’anno successivo, affinché il rito della fertilità potesse
compiersi.
Questa festa pagana, considerata immorale e superstiziosa fu
annullata da Papa Gelasio I, nel 496 d.c. e venne sostituita dalla festa degli innamorati,
ispirata al messaggio d’amore diffuso dalle opere di San Valentino.
È così che giunge, oggi, alla più popolare festa dell’amore dei
tempi moderni: il giorno di San Valentino. Sono passati tanti secoli e questa
festa ha sempre mantenuto il significato di celebrare il Vero Amore.
Sono molte le leggende, entrate a far parte della cultura
popolare, su episodi riguardanti la vita di questo santo:
Secondo un racconto popolare, Valentino, già vescovo di Terni,
unì in matrimonio Serapia e il centurione romano Sabino. L’unione era
ostacolata perché lei cristiana e lui pagano, ma quando Sabino corse al
capezzale della giovane morente, Valentino lo battezzò e lo unì in matrimonio
alla sua amata, prima che entrambi cadessero in un sonno beatificante che avvolse
i due cuori per l’eternità.
E ancora… sentendo due giovani che stavano litigando, oltre la
siepe del suo giardino, porse loro una rosa e invitandoli a tenerla unita nelle
loro mani, ebbe il potere di riconciliare i due innamorati.
Nello stesso giardino, i bambini si riunivano per giocare
insieme e, la sera dopo averli benedetti, donava a ciascuno un fiore
raccomandando loro di ubbidire alla propria mamma: i bambini tornavano a casa
con il cuore carico di amore e rispetto.
Un’altra leggenda narra che Valentino, avrebbe miracolosamente
restituito la vista alla figlia cieca del suo carceriere e, in quanto legato
teneramente alla giovane, prima della sua esecuzione, le scrisse un’ ultima
lettera firmandola “dal tuo
Valentino…”
Da qui l’usanza di scambiarsi messaggi d’amore nel giorno di San
Valentino.