Cosa c’è
di più bello, magico,
caldo e accogliente
di un camino addobbato
con ghirlande,
bacche, agrifogli,
candele, luci
e decorazioni varie
per vivere
l’atmosfera del
Natale?
Tutto
categoricamente
rosso e oro
per un Natale tradizionale.
Il concetto del Natale
resta sempre il rosso e l’oro,
resta sempre il rosso e l’oro,
considerando il Natale
dei nostri tempi, è ovvio.
Il Natale del consumismo,
dell’opulenza, della
sfarzosità
sulla via del modello americano.
Il Natale di oggi che visto
con questa ottica
con questa ottica
ci appare come una favola,
dove ci addentriamo trascinati
da uno schema
da uno schema
a cui è impossibile sottrarsi.
Trafelati per il gran da fare
e preoccupati del denaro
che manca,
e preoccupati del denaro
che manca,
magari poco, magari meno...
ma "il Natale è
il Natale!"
E così
come ogni anno
il tutto si ripete.
il tutto si ripete.
E la favola del Natale ritorna
e, come al solito,
e, come al solito,
ci distoglie dal vero significato
di questa festa:
di questa festa:
"il ricordo
della nascita di Gesù",
oltretutto avvenutà
in una condizione
e modalità di
estrema povertà.
Ma penso che il buon
Dio
non ci condanni per questo.
non ci condanni per questo.
La sua condanna è rivolta
invece al nostro
invece al nostro
non
senso della misura.
L'ostentazione e lo spreco,
non è altro che
non è altro che
un
atteggiamento ignobile
verso chi non può.
verso chi non può.
E non sempre la felicità
è dentro la ricchezza,
è dentro la ricchezza,
lo
sfarzo e il poter realizzare
qualsiasi desiderio!
qualsiasi desiderio!
Mi ripeto spesso:
“La serenità spesso alberga
nelle piccole cose.
nelle piccole cose.
Ma la
serenità è diventata
cosa rara,
cosa rara,
per cui grande è colui
che l’ha trovata nonostante tutto”.
Anche se queste immagini
riescono a trasportarmi
in un
mondo incantevole
e straordinario,
e straordinario,
anche se restassi ore ed ore
a fantasticare
a fantasticare
davanti a questi scorci
di case bellissime,
di case bellissime,
dovrò accontentarmi
del mio Natale.
del mio Natale.
Un Natale più sobrio,
in una casa comune,
in una casa comune,
ma pur sempre “la mia casa”.
E per
questo, ripeto sempre
“Grazie mio Dio!”