Il nome non è altro che la traduzione locale della parola francese pensée, pensiero: si usava infatti inviare questi fiori per essere ricordati dalle persone più care.
Le piccole piante vellutate che coltiviamo nelle nostre bordure estive furono ottenute per la prima volta dalla viola selvatica, che Shakespeare spesso citava.
Si riteneva che questo piccolo fiore dall'espressione sorridente fosse un filtro d'amore, e fu lui a far innamorare Titania di un asino nel Sogno di una notte di mezza estate.