Siamo sempre più attratti dal "noir".
In TV, come nelle sale cinematografiche, e ancora di più nella realtà, sono le storie di delitti, omicidi di vario genere, casi irrisolti, e quanto ruota intorno a ciò, quale il lavoro degli inquirenti, piste da seguire, sospettati, indagati e colpevoli... che hanno un certo "non so che"... che attira, affascina e coinvolge.
Ci trasformiamo in Sherlock Holmes, o magari nelle vesti del tenente Colombo o della signora Fletcher, per dare un parere, accusare o difendere, in base al nostro fiuto investigativo.
Ci piace Criminal Minds, CSI, Cold Case, The Mentalist..., ma anche Don Matteo, Il Commissario Montalbano, RIS..., e poco importa se a volte scontati, banali, artificiosi, poco vicini alla realtà, purchè siano avvincenti e intriganti come non mai.
E purtroppo molte vicende di questi ultimi tempi balzano agli onori della cronaca quasi fossero degli sceneggiati, delle serie TV dove, purtroppo, i protagonisti non sono attori e dove le storie sono vere per davvero.
Gli omicidi di Melania Rea, di Sara Scazzi, di Yara Gambirasio, per citarne alcuni e tra i più recenti, vengono seguiti dai media in un modo che non si siesce a capire dove sia il confine della notizia, quale cronaca ed informazione, e dove, invece, oltrepassando questo limite, interessa solo fare audience e cronaca nera, oltrepassando di gran lunga il limite del rispetto delle vittime e dei loro familiari.
Vittime e familiari che diventano primi attori. Loro malgrado o per propria scelta.
E giornalisti, investigatori, avvocati, psicologi, opinionisti valutano e passano al setaccio prove (reali o costruite), vita privata, profili psicoanalitici dei sospettati, supposizioni, indagini varie ed interviste, che alimentano l'alone di mistero intorno al caso del momento.
E cresce di più l'indignazione per le lungaggini investigative e per il colpevole che non si concretizza, quasi facessimo tutti parte degli inquirenti.
E si va avanti, con programmi e serie TV all'insegna del giallo e del noir.
Cronaca nera, segreti, misteri, colpi di scena... "carte vincenti", non solo per la gran parte dei telespettatori che sembrano attratti, meglio dire catturati, da questo genere televisivo e fatti di cronaca.
Lo hanno capito bene i giornalisti, i produttori, gli addetti alla programmazione dei palinsesti... e non solo loro.