Mi guardo intorno e lo sguardo si sofferma sui tanti oggetti che sono lì, in bella mostra, nella mia casa (quadri, argenteria, suppellettili vari …).
Sono lì, statici ma imponenti, senza un’anima ma vitali.
Penso che ogni oggetto quando nasce, abbia anch’esso un destino. Ecco, quelli che sono nella mia casa, stanno vivendo con me, stanno vivendo per me.
Di ogni oggetto potrei parlare per ore... ogni oggetto ha un ricordo... ogni oggetto emana gratitudine per essere quasi adorato dalla sottoscritta.
È un sentimento e un legame alquanto strano: il desiderio del possesso e un forte senso di appagamento quando, all’acquisto, posso dire “è mio”.
Sono belli da guardare e mi riempiono d’orgoglio, perché “mi piacciono da morire” e lì, dove sono collocati, “ci stanno d’incanto”.
Ma… so che non possiedo proprio nulla. Perché il possesso è limitato alla vita terrena.
Ognuno di noi andrà di là senza alcunché. Anche se la cosa mi riempie di tristezza al pensiero di dover lasciare le cose che amo, penso che il Padreterno non potesse fare cosa più giusta.
Almeno finiremo finalmente di accumulare, sempre più spesso, non l’utile ma il futile ! Ed oltrepassando il limite del buon senso !