Il nichel è un metallo bianco argenteo che si trova in numerosissimi oggetti metallici di uso casalingo o professionale, nei cosmetici e nelle tinture per capelli. L'allergia si manifesta principalmente con una dermatite da contatto di tipo eczematoso, quasi sempre in seguito al contatto con tali oggetti.
Ma il nichel può anche essere responsabile di sintomi respiratori, orticarie con prurito generalizzato, angioedemi, eritemi diffusi e disturbi a carico dell'apparato gastroenterico (derivati dalla maggiore sensibilità nei confronti del nichel e dalla percentuale tollerata).
La strategia d’intervento si basa sulla prevenzione, evitando il più possibile il contatto con oggetti e l'ingestione di alimenti (per lo più vegetali), che lo contengono.
Gli alimenti possono, infatti, aggravare la dermatite o essere responsabili dell'orticaria.
Purtroppo escluderli trova non poche difficoltà di attuazione, in quanto sono numerosi quelli che lo contengono:
cacao, cioccolato, liquirizia, arachidi, nocciole, mandorle, aringhe, ostriche, asparagi, lattuga, rabarbaro, spinaci, pomodori, carote, cavoli, broccoli, funghi, cipolle, lenticchie, fagioli, piselli, soia, farina integrale e di mais, granoturco, avena, uva passa, pere, prugne, kiwi, tè, vino, birra, cibi in scatola, lievito artificiale, margarine e grassi vegetali idrogenati o non (il nichel è usato anche come catalizzatore nell'idrogenazione degli oli).
La diagnosi di allergia al nichel si effettua con un test cutaneo il "patch test". Consiste nell’apporre sulla cute (parte superiore del dorso o parte superiore esterna del braccio) un cerotto contenente nichel a lento rilascio. Se alla rimozione del cerotto, compaiono arrossamento e piccole vescicole pruriginose, si è positivi al test.