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25 dicembre 2025

O Santo Bambino Gesù

O Santo Bambino Gesù,
che diffondi le tue grazie 
su chi ti invoca,
volgi i tuoi occhi a noi
prostrati innanzi 
alla tua santa immagine
e ascolta la nostra preghiera.

Ti raccomandiamo 
tanti poveri bisognosi
che confidano nel tuo divin Cuore.
Stendi su di essi 
la tua mano onnipotente,
e soccorri alla loro necessità.
Stendila sui bambini, 
per proteggerli;
sulle famiglie, 
per custodirne l'unità e l'amore;
sugli infermi, 
per guarirli e santificarne le pene;
sugli afflitti, 
per consolarli;
sui peccatori, 
per trarli alla luce della tua grazia;
su quanti, 
stretti dal dolore e dalla miseria,
invocano fiduciosi il tuo amoroso aiuto.
Stendila ancora su di noi per benedirci.

Concedi, o caro Gesù Bambino,
i tesori della tua misericordia 
al mondo intero,
e conservaci ora e sempre 
nella grazia del tuo amore. 

Amen.

Dal web

24 dicembre 2025

"Il racconto di Natale" di Paolo Crepet


Non è facile, per un laico, scrivere una pagina per il Natale. Per farlo cerco di immaginare un bambino di oggi che aspetta quella notte straordinaria. Per me e per tanti bambini di allora era una magia e mi chiedo se lo è ancora per i nostri figli più piccoli. Me lo chiedo perché la contemporaneità tende a offrire tutto ai bimbi, togliendo loro il desiderio e il sogno. Come si fa a desiderare ciò che hai già o che sai di poter avere senza alcuno sforzo? In questo modo anche il Natale rischia di diventare meno magico, più prevedibile ed effimero.

Mi piacerebbe che il Natale fosse attesa, sorpresa, gioia. Se un bambino scrive una lettera a Babbo Natale chiedendo cinque cose e poi gli adulti gliene regalano dieci, quel momento si trasformerà in qualcosa di meno emozionante.

Mi piacerebbe che per il Natale gli adulti riuscissero a trovare il coraggio di ridare ai nostri bambini il diritto all’immaginario. Non è scontato e nemmeno facile. Faccio un esempio. Che cosa emoziona di più un bambino? La possibilità di creare un gioco con le proprie mani o di ricevere qualcosa che è già fatto? La differenza tra il primo e il secondo è il tempo che richiede quel gioco ai genitori. Mentre per aiutare a costruire un gioco ci vuole tempo e pazienza, comprare un gioco già fatto e consegnarlo fa risparmiare un sacco di tempo che i padri e le mamme sono spesso abituati ad occupare in altro.

Mi piacerebbe che il Natale portasse il dono più inaspettato e raro: il tempo. Non solo il tempo dell’attesa, ma anche quello della sorpresa e della condivisione. Il dono è per tutti: per chi lo riceve e per chi lo offre. Ma il dono, senza il tempo per condividerlo, si trasforma fatalmente in ovvietà e perde il fascino della sorpresa e dell’incanto. 

Mi piacerebbe che il Natale fosse senza rumore, senza troppe luci, un tempo trascorso in lentezza, senza fretta. Perché il Natale deve essere un giorno diverso dalla quotidianità, deve essere speciale, altrimenti non sarà mai Natale.

Mi piacerebbe che il Natale fosse senza tecnologie digitali, per una volta almeno.

Mi piacerebbe che per il giorno di Natale, tutti i telefonini e gli altri strumenti fossero spenti. Ci sarebbero più sorrisi veri e meno emoticon, più racconti e meno messaggini. E tutti bambini ci ringrazierebbero. 


22 dicembre 2025

✨️ Christmas time ✨️


"For it is good to be children sometimes, and never better than at Christmas, when its mighty Founder was a child Himself."

Charles Dickens


"Christmas is not a time nor a season, but a state of mind. To cherish peace and goodwill, to be plenteous in mercy, is to have the real spirit of Christmas."

Calvin Coolidge



"My idea of Christmas, whether old-fashioned or modern, is very simple: loving others. Come to think of it, why do we have to wait for Christmas to do that?"

Bob Hope 


20 dicembre 2025

Prospettiva


Si sono incrociati come estranei,
senza un gesto o una parola,
lei diretta al negozio,
lui alla sua auto.

Forse smarriti
o distratti
o immemori
di essersi, per un breve attimo,
amati per sempre.

D’altronde nessuna garanzia
che fossero loro.
Sì, forse, da lontano,
ma da vicino niente affatto.

Li ho visti dalla finestra
e chi guarda dall’alto
sbaglia più facilmente.

Lei è sparita dietro la porta a vetri,
lui si è messo al volante
ed è partito in fretta.
Cioè, come se nulla fosse accaduto,
anche se è accaduto.

E io, solo per un istante
certa di quel che ho visto,
cerco di persuadere Voi, Lettori,
con brevi versi occasionali
quanto triste è stato.

Wislawa Szymborska


16 dicembre 2025

Non sottovalutate mai i bambini


Non sottovalutate mai i bambini.
Perché loro vedono tutto.
Vedono quando vi scannate per una bolletta.
Vedono quando piangete in silenzio credendo che non vi senta nessuno.

Vedono quando ridete davvero, 
quella volta ogni tanto.
E si tatuano tutto dentro, senza filtri.

Non fatevi fregare dal fatto che giocano 
coi Lego mentre litigate in cucina:
i Lego sono un alibi, mica un anestetico.
Loro incollano un mattoncino e intanto registrano le crepe della casa.

E allora crescono col nodo in gola,
fingono di essere forti,
per non darvi un peso in più.
Ma dentro si fanno mille domande,
e nessuno gliele scioglie.

I bambini sono radar di emozioni.
Non gli puoi mentire con la voce,
perché loro ascoltano le vibrazioni, 
non le parole.
Non gli puoi mentire con il sorriso,
perché loro vedono il tremito negli occhi.
Non gli puoi mentire con la forza,
perché loro riconoscono il dolore travestito.

Sono creature sacre,
e tutto ciò che fate davanti a loro
diventa seme.
Che sia luce o che sia buio.

E quindi occhio, perché poi non vale dire "non ti ricordi, eri piccolo".
Eh no, se lo ricordano eccome.
Magari non la scena precisa,
ma la sensazione sì, quella resta.

I bambini sono archivi silenziosi.
Custodiscono più di quanto riescano a dire.
Non ricordano le frasi precise,
ma il colore dell’aria,
il suono che mancava,
la carezza che li salvava.

E intanto tengono tutto in tasca,
le cose belle e quelle che fanno male.
Perché da piccoli non si sa ancora buttare via niente.
Si cresce imparando a distinguere
quale peso tenere
e quale lasciare andare.

E allora ricordatevi che ogni gesto è una carezza o un graffio.
Che ogni parola è una piuma o un mattone.
Che ogni silenzio è un deserto o un abbraccio.

Perché i bambini non chiedono perfezione,
chiedono solo verità.
E la verità, a volte,
è abbassarsi alla loro altezza,
e dire: "sì, anche io ho paura,
ma se la affrontiamo insieme
fa meno male".

Andrew Faber


12 dicembre 2025

Lui

 

Quegli occhi scuri
vivaci e profondi
non sai mai
cosa vogliano dire.
Ti scrutano
osservano. 
Chissà quanto
e in che modo
a lui frulli la mente.
Ha il suo mondo
il suo credo
dove gli altri
sempre e comunque
lui vorrebbe portare.
Determinato
ostinato
pur sempre paziente
è pronto anche a mollare.
È buono
amorevole e caro
però meglio
non farlo arrabbiare.
Il bambino
che è in lui
cerca sempre una mano
un progetto una meta
per potersi aggrappare.
È il suo parlare
che ci piace ascoltare
per conoscere quel mondo
a lui caro
ma che gli altri
vogliono sempre occultare.

💛


11 dicembre 2025

La vera felicità non sta nelle cose


Alla fine, la ricchezza è solo una parte della vita a cui mi sono abituato.
Sdraiato in questo letto e guardando indietro, capisco che tutta la fama e i soldi che ho avuto non valgono nulla davanti alla morte.
Abbiate cura di voi stessi e rispettate gli altri.
Con gli anni uno diventa più saggio e realizza le cose semplici:
un orologio da 30 dollari e uno da 30.000 segna la stessa ora.
Un portafoglio economico o un portafoglio molto costoso tengono i soldi.
Un'auto da 10.000 o 100.000 dollari ti porta comunque dal punto A al punto B.
E anche se la tua casa è di 40-400 metri quadrati, la solitudine è uguale.

La vera felicità non sta nelle cose.

Se un aereo cade, non importa se eri in classe economica o in prima classe, il risultato sarà lo stesso.
Quindi la vera felicità è nelle persone, negli amici e nelle persone care con cui condividi la vita.
Non educare i tuoi figli a essere ricchi, ma a essere felici. Così da grandi conosceranno il valore delle cose e non il prezzo.

Steve Jobs 


8 dicembre 2025

La preghiera della serenità

La preghiera della serenità 
(Serenity Prayer
è stata scritta nel XX secolo 
dal teologo protestante statunitense 
Reinhold Niebuhr.


Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per conoscerne la differenza.
Vivendo un giorno per volta; assaporando un momento per volta; accettando la difficoltà come sentiero per la pace.
Prendendo, come Lui ha fatto, questo mondo peccaminoso così com'è, non come io vorrei che fosse. 
Confidando che Egli metterà a posto tutte le cose, se io mi arrendo al Suo volere.
Che io possa essere ragionevolmente felice in questa vita, e infinitamente felice con Lui per sempre nella prossima.


6 dicembre 2025

Arriva il momento


Arriva il momento
in cui decidi di lasciare andare.
Le persone in cui avevi riposto
sogni e speranze.
Che facciano le loro scelte.
Che prendano la loro strada.

Arriva il momento
di accettare i propri sbagli
di incontrare i propri demoni.
Ascoltare cosa vogliono.
Che cosa chiedono.
Di cosa hanno bisogno
per andare via.
Per non tornare più.

Arriva il momento
di accettare il dolore
e di trasformarlo non in rabbia
non in sete di vendetta.
Ma in sola verità.
In puro desiderio di dolcezza.

Arriva il momento
in cui dichiari pace al tuo cuore.
In cui dichiari finita la tua guerra.
Che non vuol dire rassegnarsi.
Ma dedicarsi finalmente
quel po’ di libertà
quel po’ di leggerezza.

È un piccolo miracolo
che ci rende finalmente vivi.
Finalmente liberi.
E che porta il nome, di consapevolezza.

Andrew Faber



2 dicembre 2025

Amore più sincero


 "Non c'è amore 
più sincero 
di quello 
per il cibo."

George Bernard Shaw



30 novembre 2025

Anche se la finestra...

Johann Peter Hasenclever
"Giovane donna alla finestra aperta
che guarda la luna piena"

- 1840 -



Anche se la finestra
 è la stessa, 
non tutti quelli 
che vi si affacciano 
vedono le stesse cose.
La veduta 
dipende dallo sguardo.


Alda Merini 


28 novembre 2025

No mamma, non ce l’ho la ragazza


No mamma, non ce l’ho la ragazza, vorrei averla ma non ce l’ho.
E sai perché? 
Perché oggi mamma vanno di moda cose diverse, vanno di moda i capelli alla bandera e i jeans con i svoltini, le scarpe vans e il fisico e le labbra carnose. 

Oggi mamma si usano cose diverse, non si comprano più le espadrillas a 5 euro, oggi si indossano Dr Martens e Napapijri, che per compararli devi fare un leasing. 
Oggi nei bar non si prendono più bricchi e frullati, oggi si bevono birra e vodka, giusto per aiutare l’equilibrio di come cammini, le nuove Converse. 
E oggi poi non esiste più nemmeno il coprifuoco, si sta fuori direttamente fino al mattino dopo e si fa finta di fermarsi a vedere l’alba, che in realtà non importa a nessuno. 

Quindi no mamma, non ce l’ho la morosa, semplicemente perché io non sono tutto questo, non sono abbastanza palestrato, e gli svoltini non posso perché non fanno di moda per me, i Dr Martens mi stanno scomodi e l’alba mi metterei a fotografarla ogni giorno, specialmente al mare. 

Io sono per gli amori di una volta, dove le ragazze che ti corteggiano e ti amavano un pezzettino di carta scritto "Sì, ti aspetto stasera", sono per i baci dati spontaneamente in un luogo solo nostro, e non ad una ragazza ubriaca, che non rivedró mai più, in mezzo ad una pista da ballo, solo per il gusto di potermene vantare la mattina dopo, io la mia storia la tengo per me. 

Non voglio una relazione di oggi, dove per sapere se si sta insieme oppure no, basta guardare lo stato di un social network, perché tanto i baci non contano piú nulla.
Io voglio una relazione di ieri, fatta di lettere e ti amo sussurrati, fatta di attimi che restano. Non ce l’ho la fidanzata mamma, perché qualcuno che vuole ciò che voglio io ancora non l’ho trovata.

Giampiero Errante