Sono molti i santuari presenti in tutti i continenti, dedicati alla Vergine Maria e frequentati da folle di pellegrini per onorarla e pregarla, ma la casa di Loreto ha qualcosa in più: povere pareti legate ai ricordi più cari al cuore della Cristianità.
Piazza della Madonna, con la Basilica, il loggiato e il Palazzo Apostolico |
Fontana Maggiore in stile barocco Carlo Maderno e Giovanni Fontana |
Secondo un’antica tradizione, il Santuario di Loreto conserva la parte in muratura, della Casa terrena della Madonna, a Nazareth. È la parte antistante della Grotta, scavata nella roccia, tuttora venerata nella Basilica dell’Annunciazione di Nazareth.
Qui nacque Maria SS. Madre di Dio e qui fu salutata dall’angelo Gabriele. Dopo la nascita di Gesù a Betlemme e lasciato l’Egitto, tornarono nella casa di Nazareth dove Maria visse con Giuseppe fino alla sua morte e fino all’inizio della predicazione di Gesù. Dopo la sua crocifissione e resurrezione Maria andò a vivere con l’apostolo prediletto, S. Giovanni, nella casa di lui presso Efeso.
Gli studi mettono in luce l’indiscutibile provenienza della casa dalla Palestina, sia per stile architettonico, sia soprattutto per l’uso di materiali costruttivi molto usati all’epoca in Terrasanta ed invece sconosciuti nel territorio delle Marche.
Altre evidenze della terra di origine provengono dai dipinti e dai graffiti tuttora visibili.
Le dimensioni dell’abitazione coincidono, inoltre, con la parte mancante rimasta a Nazareth, dove prima si trovava la Casa.
Trasportata da Nazareth a Loreto, insieme alle mura della Santa Casa, all’inizio era venerata, non una statua, ma un’icona dipinta su tavola dal colore bruno tipico delle antiche immagini della Vergine. Fu poi sostituita con una statua lignea di abete rosso dipinta.
Il fumo delle numerose lampade ad olio, che lungo i secoli arsero nello stretto locale della Santa Casa, diede essa una tinta fortemente scura.
La statua, distrutta nell’incendio del 1921 e sostituita da quella attuale, rivestita di un manto detto “dalmatica”, presenta però una tonalità più scura rispetto all’originale.
Navata centrale |
La Cupola fu affrescata tra il 1890-1907 da Cesare Maccari con le raffigurazioni delle Litanie Lauretane e delle Storie dell'Immacolata.
Parte dei precedenti affreschi del Pomarancio sono nel Museo Antico Tesoro.
Il rivestimento marmoreo che custodisce l’umile Casa di Nazareth, è uno dei più grandi capolavori scultorei dell'arte rinascimentale. Per completare quest'opera stupenda sono occorsi più di settant’anni di lavoro.
Completamente in marmo di Carrara, fu realizzato su disegni del grande scultore ed architetto Donato Bramante, eseguiti nel 1509 per espressa volontà di papa Giulio II.
Sarà Papa Leone X a conferire l'incarico allo scultore Andrea Contucci detto Sansovino, a cui succedettero Raniero Nerucci ed Antonio da Sangallo il Giovane.
Tutt’intorno corre il deambulatorio, dove si aprono le quattro Sagrestie e le nove grandi Cappelle; la maggior parte delle quali portano i nomi delle nazioni, che nei primi anni del ‘900 contribuirono al loro restauro e decorazione.
Cappella Slava |
Cappella Tedesca |
Cappella del Crocifisso |
Cappella del Duchi d'Urbino |
Cappella Polacca |
Cappella dell'Assunzione |
Cappella Francese |
Cappella dell'Annunciazione |
Cappella di San Michele Arcangelo |
Cappella dell'Immacolata |
Cappella dello sposalizio |
La Sala del Tesoro, detta anche del Pomarancio, fu costruita per volontà di Clemente VIII per raccogliervi gli ex-voto di inestimabile valore provenienti da molte corti reali e da numerose famiglie principesche di tutta Europa.
Gli affreschi sono del Pomarancio.
La Sala, utilizzata prevalentemente per matrimoni e riti privati, è meta di turisti che rimangono colpiti e affascinati dal soffitto completamente affrescato con intarsi dorati valorizzati da luci che creano un'atmosfera unica.
La sala del Tesoro, detta anche del Pomarancio |
Pontefici, santi e personaggi illustri, hanno sostato tra le pareti della Santa Casa.
É considerata la Lourdes italiana e tanti pellegrinaggi di malati vengono organizzati ogni anno. Crescono le grazie e i benefici celesti donati a quanti hanno invocato e invocano la mamma celeste con fede.
É a memoria della Traslazione della Santa Casa di Nazareth che da quattrocento anni, tra la notte del 9 e il 10 dicembre, sulle colline delle Marche si accendono numerosi fuochi (le fochere), che vogliono rappresentare la fede e la devozione verso la Madonna e l’invito, affinché sosti in tutte le case, a portare speranza e amore
Ex voto votivi per "Grazia Ricevuta" |